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03 Marzo 2022 - 07:00
Duecento euro per accedere al corso magistrale di Scienze Motorie, scattano due arresti all’Università Parthenope
NAPOLI. Duecento euro per superare i test d’ingresso al corso di laurea magistrale (gli ultimi due anni) in Scienze Motorie all’università Parthenope. Bastava pagare per ricevere in anticipo le risposte, ma i due ideatori della furbata hanno commesso più di un errore lasciando tracce puntualmente seguite dagli investigatori della polizia postale del compartimento regionale con base a Napoli. A cominciare dal primo candidato al quale hanno fatto la proposta: un rappresentante degli studenti che ha segnalato la circostanza al Rettore. Da lì è partita l’indagine, coordinata dalla procura di Napoli con il pm Henry John Woodcock, fatale per Giuseppe Iazzetta e Giorgio Andinolfi, napoletani ora agli arresti domiciliari. I contatti avvenivano via whatsapp e sarebbero stati riscontrati su alcuni dei cellulari esaminati. Il quadro indiziario si è poi completato con un‘analisi completa dei dispositivi informatici utilizzati. Ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, inquirenti e investigatori hanno acquisito diversi indizi ricostruendo la vicenda.
A ottobre 2019 sono partiti gli accertamenti originati dalla denuncia del Rettore e i “sospetti” sono stati monitorati per alcuni mesi in particolare attraverso intercettazioni telefoniche. Così è emerso il modus operandi di Giuseppe Iazzetta, 50enne allora tecnico amministrativo della segreteria del dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere, e di Giorgio Andinolfi, 30enne che dopo aver completato il corso di laurea svolgeva funzioni di ausilio e supporto nello stesso ufficio. Successivamente all’epoca dei fatti contestati, ma indipendentemente da essi in quanto non sapevano ancora di essere sotto inchiesta, hanno cambiato luogo di lavoro: il primo con mansioni simili in un’altra università italiana mentre il secondo si è dato alla docenza e all’attività privata. A entrambi la Polizia postale di Napoli ha notificato ieri una misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della procura partenopea che ipotizzano nei loro confronti il concorso in istigazione alla corruzione e l’accesso abusivo a un sistema informatico.
Sarebbe stato Iazzetta a procurarsi le risposte esatte ai test da comunicare agli studenti che avessero accolto la proposta. Invece nessuno ha detto sì e il piano dei complici è doppiamente fallito. Infatti, anche se non hanno incassato denaro, i reati ipotizzati sono ugualmente gravi. Le indagini sono state condotte come al solito in maniera certosina dai poliziotti della Polposta con base a Ponticelli e hanno fatto luce su episodi accaduti all’inizio dell’anno accademico 2019-2020. Molto importante si è comunque rivelata anche la denuncia del rettore della Parthenope, Alberto Carotenuto, perché le investigazioni si sono avvalse della costante collaborazione dell’Università. Così la polizia giudiziaria è andata avanti spedita fino alla richiesta del pm, accolta dal giudice per le indagini preliminari, del provvedimento restrittivo. Ora gli indagati potranno difendersi, già davanti al gip durante l’udienza di convalida.
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