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Libero regista ucraino arrestato a Napoli, Cartabia: no estradizione in Russia

Libero regista ucraino arrestato a Napoli, Cartabia: no estradizione in Russia

La corte d'Appello di Napoli ha disposto la revoca dei domiciliari per Yevhen Lavrenchuck, il 39enne regista ucraino arrestato il 17 dicembre scorso a Napoli a scopo di estradizione chiesta dalla Federazione russa. Era stata la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, lo scorso 2 marzo a chiedere «la revoca della misura cautelare riconducibile alla domanda di estradizione».

La ministra ha riferito della decisione della Corte d'Appello di Napoli nella risposta a un'interrogazione sul caso presentata dal deputato di +Europa, Riccardo Magi. Nella richiesta ai giudici Cartabia ha fatto riferimento ai «drammatici sviluppi della situazione riguardante l'Ucraina» e alla circostanza che «gli attuali rapporti tra la Federazione Russa e l'Ucraina inducono a ritenere sussistente e concreto il rischio che», in caso di estradizione, Lavrenchuk «che si è dichiarato oppositore politico del presidente Russo Putin e ha assunto in passato posizioni politiche di netta critica all'annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, possa essere sottoposto, in ragione della sua condizione di cittadino ucraino oppositore politico, a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona, ivi compreso il diritto di difesa».

Nella motivazione dell'ordinanza della Corte d'Appello, emessa ieri, viene richiamato il contenuto della richiesta della ministra, e il fatto che «sulla base delle medesime considerazioni e della posizione assunta dal Governo Italiano nella crisi ucraina, il procuratore generale nella requisitoria trasmessa il 25 febbraio aveva chiesto il rigetto della richiesta di estradizione».

RESTA IN ITALIA. Il regista è ancora in Italia e ci resterà almeno fino alla pronuncia dei giudici sulla richiesta di estradizione presentata dalla Federazione Russa «per rispetto nei confronti dei giudici».

Lavrenchuk era stato arrestato lo scorso 17 dicembre in viale Umberto Maddalena, nei pressi dell'Aeroporto internazionale di Capodichino, ricercato dalle autorità russe dal 10 luglio 2020 dovendo espiare la pena di 10 anni di carcere per il reato di appropriazione indebita. Il reato, secondo le autorità russe, sarebbe stato compiuto quando Lavrenchuk dirigeva il Teatro polacco di Mosca.

Comparso il 20 dicembre davanti alla Corte d'Appello di Napoli per l'udienza di estradizione, Lavrenchuk ha dichiarato di essere diventato un perseguitato politico da quando non si è espresso favorevolmente all'intervento militare russo in Crimea e che l'accusa, che ha respinto, andava inquadrata in tale contesto.

Dopo aver trascorso alcuni giorni nel carcere di Poggioreale, dove ha anche ricevuto la visita del console generale dell'Ucraina a Napoli Maksym Kovalenko, Lavrenchuk, difeso dall'avvocato Alfonso Tatarano, ha ottenuto gli arresti domiciliari che sono stati infine revocati ieri dalla Corte d'Appello.

Ai giudici è pervenuta la richiesta della revoca della misura cautelare dal ministro dell'Interno Marta Cartabia, che ha fatto riferimento ai rischi che avrebbe corso il regista se estradato in Russia, anche alla luce dei recentissimi eventi bellici in Ucraina.

La Corte d'Appello di Napoli dovrà ora esprimersi nel merito della richiesta di estradizione presentata dalla Federazione Russa, la pronuncia è attesa entro la fine di marzo. 

 

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