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08 Marzo 2022 - 07:00
Il neo pentito fa luce sull’omicidio Capano-Catalano: «Fu il mandante»
NAPOLI. Il genero del capoclan Patrizio Bosti è un fiume in piena e l’Alleanza di Secondigliano rischia di dover fare molto presto i conti con nuove, pesantissime tegole giudiziarie. Luca Esposito, il nuovo super pentito che sta facendo tremare la cosca del rione Amicizia di San Carlo all’Arena, è pronto a fare luce non soltanto sul mastodontico giro di denaro sporco riciclato dall’organizzazione, ma anche su alcuni fatti di sangue ancora irrisolti. Il collaboratore di giustizia ha infatti tirato in ballo nientedimeno che il boss Bosti, indicandolo come il mandante di due omicidi avvenuti nel 2007 nell’ambito di un’epurazione interna all’Alleanza di Secondigliano. Il super pentito ha però rivolto accuse scottanti anche al rampollo Ettore Bosti “’o russ”, figlio di Patrizio, attribuendogli la partecipazione a un agguato mortale messo a segno con i Lo Russo di Miano. Luca Esposito, consorte di Maria Bosti, figlia di Patrizio, è stato arrestato a gennaio mentre con un green pass falso stava per imbarcarsi su un volo diretto a Dubai.
Dopo poche settimane trascorse dietro le sbarre, come anticipato nei giorni scorsi dal “Roma”, il 41enne ha chiesto un incontro con i pm della Dda di Napoli per manifestare la propria volontà di collaborare con la giustizia. Il 2 febbraio scorso Luca Esposito viene sottoposto a un lungo interrogato rio nel corso del quale rivela: «Io non ho fatto parte del clan, né internamente né esternamente. Non ho mai avuto soldi da loro. Parlavano in continuazione di reati e io mi volevo tenere lontano da questo modo di vivere. Da loro sentivo che Patrizio si vantava di essere mandante degli omicidi di Capano e Catalano (il riferimento è all’agguato del febbraio 2007 costato la vita a Gennaro Catalano e Gennaro Catapano, ndr), persone che io conoscevo». Secondo il pentito, ma ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria di tutti i soggetti citati, Patrizio Bosti è stato pure «mandante dell’omicidio di uno omissis. Anche il figlio Ettore si vantava del fatto che il padre fosse un sanguinario». Il neo collaboratore di giustizia ha poi rivolto le proprie attenzioni proprio al rampollo Ettore, con il quale in passato è più volte entrato in rotta di collisione: «A Miano - ha spiegato Esposito - c’erano i Lo Russo. Ettore sposò Mena Lo Russo, figlia di Mario, ma il matrimonio non era voluto, soprattutto da Ciccio Mallardo. Per ingraziarsi quelli di Miano Ettore Bosti partecipò a un omicidio omissis. So di questo omicidio per averne sentito parlare da omissis.
Nel 2013 Ettore si trasferì addirittura a Miano e là aveva relazioni criminali con gli esponenti del clan Lo Russo. Una volta, in quel periodo, incontrai Ettore insieme ai ragazzi del clan di Miano vicino piazza dei Martiri. In quell’occasione mi presentò suo suocero, Mario Lo Russo. Questi, con aria sarcastica, mi disse che Ettore pagava a lui 5mila euro al mese per stare a Miano. Era in sostanza la quota che Ettore versava al suocero perché li faceva traffici di droga, ma non so con chi». Un matrimonio d’interessi o quasi.
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