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08 Marzo 2022 - 07:00
NAPOLI. Killer scatenati tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, il commando accusato di aver quasi ucciso due innocenti la scorsa primavera torna alla sbarra per la conclusione del processo di primo e rimedia quattro condanne. Il verdetto del gip De Lellis è stato però molto meno severo di quanto le aspettative della vigilia lasciassero intendere. L’unica stangata è stata infatti quella rimediata da Giuseppe Basile, che ha incassato 15 anni di reclusione.
Pene ben più miti per gli altri coimputati. Massimiliano Verrano (nella foto), difeso dall’avvocato Roberto Saccomanno, nei mesi scorsi aveva già ottenuto gli arresti domiciliari e ieri è riuscito a cavarsela con un patteggiamento a 2 anni e 6 mesi: accusato di porto d’arma e spari, per lui il giudice ha escluso l’aggravante della finalità mafiosa. Maria Lequile, moglie di Verrano e anch’essa difesa dall’avvocato Saccomanno,ha patteggiato 8 mesi per il reato di minacce e per lei pena è stata sospesa. Anche Mario Marotta ha patteggiato 2 anni e 6 mesi. Francesco Cannola e Carmine Nocerino hanno deciso invece di affrontare il dibattimento.
L’inchiesta aveva portato all’arresto di Giuseppe Basile, Francesco Cannola, Carmine Nocerino, Massimiliano Verrano, Mario Marotta e del minorenne G.P.M., gravemente indiziati dei delitti di tentato omicidio plurimo, detenzione illecita e porto abusivo in luogo pubblico di arma comune da sparo, reati aggravati dalla finalità mafiosa: i fatti ricostruiti nel provvedimento cautelare eseguito a inizio agosto sono avvenuti il 16 giugno e il 31 marzo scorsi. L’inchiesta ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei loro destinatari che, nell’ambito di un efferato scontro tra i membri di due famiglie rivali dei Quartieri Spagnoli - i Mazzanti Valentinelli e i Verrano-Nocerino - si rendevano responsabili dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio nei confronti di Angela Farelli “’a brioche” nella sera del 31 marzo, nonché di un fallito agguato omicidiario, avvenuto in vico Tre Regine a Toledo il 16 giugno, in cui rimanevano feriti, in modo grave, due ignari passanti, del tutto estranei ai contesti criminali di Montecalvario, gli operai Enrico Di Maio e Vittorio Vaccaro. Solo per un puro non è stata una strage.
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