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Caivano, petardo scoppia fuori la parrocchia di don Maurizio Patriciello

Caivano, petardo scoppia fuori la parrocchia di don Maurizio Patriciello

CAIVANO. Lo scoppio di una bomba carta, quando mancavano ancora diverse ore all’alba, ha svegliato di soprassalto quanti abitano nei presso della parrocchia di San Paolo Apostolo ubicata a ridosso del famigerato Parco Verde, la parrocchia di don Patriciello, dove i cartelli locali, oramai orfani di un vero clan camorristico, si contendono il controllo delle piazze di spaccio, affidate nelle mani di pusher senza gradi, proclamatisi “colonnelli”, ma tutti in cerca di spazi sempre maggiori. Don Maurizio è l’emblema alla lotta ai clan, in particolar modo al malaffare della Terra dei fuochi. Scattato l’allarme, sul posto sono subito giunti i carabinieri della locale tenenza (guidati dal tenente Antonio La Motta) ed i colleghi della compagnia di Casoria, i quali hanno dato subito il via all’attività investigativa, tra il solito muro dell’omertà, che da sempre, nonostante i reiterati proclami, regna in quello spicchio di territorio. Secondo fonti non ufficiali, l’inquietante episodio si sarebbe (il condizionale è d’obbligo) verificato poco dopo le 4, ovvero quando era ancora notte e nel rione giravano le solite “vedette” per evitare, invasioni delle forze dell’ordine, che da mesi tengono il quartiere sotto stretto controllo. In seguito ai primi accertamenti degli investigatori l’ordigno, non di potenziale elevato, è stato fatto esplodere all'angolo d'apertura del cancello della parrocchia San Paolo Apostolo, danneggiando parte del cancello pedonale di accesso al cortile della chiesa. Tutto sommato, secondo alcuni poca cosa, ma il fatto grave è il gesto posto in essere. La notizia dell’esplosione della bomba carta si è subito diffusa e, le reazioni del mondo “anticamorra”, non si sono fatte attendere, facendo giungere al parroco, che non dorme in quella chiesa ma in un abitazione fuori Caivano, la piena e totale solidarietà. In ogni modo la macchina investigativa si è subito messa in modo al fine di cercare qualche elemento utile a dare un nome ed un volto a chi ha piazzato la bomba carta fuori dal cancello, consapevole che a distanza di poche ore, si sarebbero subito alzato i riflettori sulle attività illecite, ovvero sullo spaccio di droga. Ovviamente, almeno per il momento sull’attività investigativa posta in essere dai carabinieri vige il massimo riservo. Di certo si è lavorato per l’intera mattinata al fine di riuscire a cercare di comprendere se qualche telecamera di sicurezza posta in zona, sia stata in grado di registrare qualcosa di utile. Al momento, l’unica cosa certa resta che nessuno ha provveduto ad avvisare i carabinieri che nella notte a ridosso del cancello della Parrocchia guidata da Don Maurizio Patriciello fosse stata piazzata una bomba. Nei mesi scorsi, purtroppo, in quello stesso rione da anni sotto assedio delle forze dell’ordine, ma sempre saldamente nelle mani dei diversi cartelli criminali, si sono registrati altri inquietanti episodi ed addirittura una “stesa” da parte di alcuni personaggi che prima di andare a sparare, avevano fatto di tutto per farsi vedere, girando con il viso scoperto nel centro della città a bordo delle loro potenti moto. Un segnale che definire inquietante è decisamente poca cosa, se non addirittura riduttivo, considerato che da quel luogo partono sistematicamente una serie di iniziative anticamorra, che non riescono ad infiacchire quel “sistema di malaffare”, nelle mani di straccioni senza regole e senza credo, ma certamente più pericolosi dei veri camorristi, LE PRINCIPALI REAZIONI. «Siamo tutti al suo fianco e sono certo che le intimidazioni non lo faranno arretrare di un millimetro. L'impegno dello Stato sul territorio deve essere massimo». Così il presidente della Camera, Roberto Fico. «Un fatto estremamente grave che non va sottovalutato e ci auguriamo che i responsabili siano individuati rapidamente. Siamo certi che don Maurizio non si farà spaventare e che continuerà con ancor piu' determinazione e forza la sua battaglia contro l'illegalità e la criminalità organizzata. Noi continueremo ad essere al suo fianco». Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «La camorra ha pensato di farti gli auguri con un ordigno? Noi siamo qui per darti il nostro supporto e la nostra totale solidarietà». Così il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha incontrato e abbracciato don Maurizio Patriciello nella parrocchia di Caivano. Don Francesco Riccio Riccardo Dell'Aversana: «La Diocesi di Aversa esprime la sua grande preoccupazione per un fatto che, qualunque ne sia l’origine e chiunque ne sia l’esecutore, sembra appartenere a quelle vigliacche forme di minaccia proprie dell’ambiente camorristico». «Siamo tutti padre Maurizio Patriciello - ha scritto il senatore Sandro Ruotolo - Sapevamo che accendendo i riflettori avremmo indebolito la camorra e la camorra cerca di reagire con le minacce. Noi siamo di più e andremo avanti in questa battaglia di liberazione dei nostri territori dalla malavita organizzata. Non ci fermeranno insulti e minacce». Per la senatrice del Pd Valeria Valente, è necessario far sentire la presenza delle istituzioni al fianco di chi si impegna ''ogni giorno per costruire una cultura e una pratica della legalità. «Gli attacchi vigliacchi contro chi si batte per la legalità nelle terre martoriate dalla camorra, contro chi sfida a viso aperto tutti i giorni i delinquenti - ha invece detto Paolo Russo, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati - sono un agguato ai cittadini, alle istituzioni, allo Stato. Per questo occorre respingere con fermezza e determinazione l'ennesima azione violenta». Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha espresso la propria solidarietà a don Maurizio, l'intimidazione, avvenuta a poche ore dal compleanno del prelato «assume una gravità ancora più macabra». Vicino a don Maurizio il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che chiede allo Stato di fare la sua parte per ripristinare la legalità. Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, indica in don Patriciello un esempio del Mezzogiorno che non si piega davanti alla criminalità e assicura: «Don Maurizio non sarà mai solo».

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