Cerca

Droga in carcere: 28 arresti

Droga in carcere: 28 arresti

Spaccio a Secondigliano, scatta la retata: al vertice i clan Vigilia ed Elia. Coinvolti nel blitz tre agenti penitenziaria

NAPOLI. Tutti insieme appassionatamente a gestire una piazza di spaccio all’interno del carcere di Secondigliano. Un caso più unico che raro per le dimensioni del fenomeno, stroncato da un’inchiesta della Dda sulla base di indagini compiute dai nuclei investigativi dei carabinieri di Napoli e della polizia penitenziaria. A 22 indagati, quasi tutti legati a clan, è stata notificata ieri mattina una misura cautelare in carcere mentre tre agenti accusati di corruzione sono andati ai domiciliari. Un loro collega infine, già in pensione, è stato arrestato. La droga entrava nell’istituto penitenziario in vari modi, soprattutto all’interno di capi d’abbigliamento pesanti, dietro compenso agli uomini dello Stato infedeli: tra i 200 ai 400 euro per ogni carico. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito tra Napoli, Frosinone e Salerno, ma anche in varie strutture detentive (alcuni degli indagati erano stati trasferiti), tra cui Secondigliano, Campobasso, Cosenza, Fossombrone, Spoleto, Voghera, Saluzzo, Tolmezzo e Trapani. Il.

Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione per commettere atti contrari ai doveri d’ufficio. L’indagine ha raccolto fonti di prova, anche a riscontro delle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, circa l’esistenza di una piazza di spaccio che veniva gestita da soggetti detenuti e consentiva il commercio di cocaina, hashish e marijuana, sostanze introdotte nell’istituto penitenziario dall’esterno. Così, con una serie di incroci investigativi in particolare attraverso l’ascolto di conversazioni telefoniche della moglie di un pregiudicato in carcere, è emerso il coinvolgimento di 4 appartenenti al corpo della polizia penitenziaria che, dietro compenso, avrebbero favorito l’introduzione di droga in carcere, ma anche di telefoni cellulari.

Non solo, secondo l’accusa, avrebbero anche favorito lo spostamento di detenuti all’interno della struttura per far sì che gli appartenenti allo stesso clan si trovassero nelle medesime celle. Oltre ai poliziotti Giuseppe Tucci, 46 anni, Francesco Gigante, 57 anni, Mario Fabozzi, 54 anni (tutti ai domiciliari) e Salvatore Mavilla, 59 anni, agente in quiescenza, sono stati coinvolti nel provvedimento anche numerosi esponenti di organizzazioni camorristiche partenopee. Come Eduardo Fabricino del gruppo Abbinante; Angelo Marasco, Salvatore Scotti e Giuseppe Mazziotti dei Vigilia; Salvatore Ottaiano dei Fusco di Cercola; Ciro Quindici dei Mazzarella, tutti liberi fino a ieri. In carcere hanno invece ricevuto la notifica della misura cautelare Antonio Autore dei De Micco; Salvatore Basile dei Puccinelli; Antonio Napoletano e Raffaele Riccio dei Sibillo; i cugini Pasquale e Alfredo junior Vigilia; Cristian Monaco del clan di Soccavo; Pasquale Nasti dei Del Prete; Gennaro Ruggiero degli ex Lo Russo; Michele Elia del gruppo omonimo. Tutti gli indagati devono essere ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori