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23 Marzo 2022 - 08:05
Dalle bobine di corde alle reti giapponesi, dalle biscagline agli zerbini, nello storico stabilimento della Difesa si ragiona sulla necessità di entrare sul mercato anche online
CASTELLAMMARE DI STABIA. Lo Stabilimento militare produzione cordami, che la città chiama più semplicemente “Corderia” guarda ad Amazon. Attualmente, l’industria di cordami più antica d’Italia commercializza sul mercato circa 180 tonnellate di cordami in fibra sintetica e 22 tonnellate in fibra naturale. Ma non sono solo corde quelle che i 56 operai sviluppano ogni anno dalla lavorazione di sisal, canapa, lino e da tutte le fibre sintetiche che hanno prepotentemente preso il posto di quelle naturali negli equipaggi delle navi. La vendita online aiuterebbe la Corderia a entrare nel mercato di oggetti anche di uso quotidiano e domestico, come già avviene per le enormi bobine da 200 metri di corda “piatta” prodotte in fibra di lino che un’azienda toscana ordina per conto di imprese di arredamento. Sarebbe così più facile accedere all’acquisto di quegli zerbini di fibra naturale, indistruttibili, in canapa intrecciata con centinaia di nodi che sono tanto amati dai proprietari di barche a vela, yacht ma anche lussuosi hotel, club e ville al mare. I familiari dei cordai, gli specialisti artigiani della Corderia, posseggono oggetti esclusivi come amache, rivestimenti di fiaschi, sedie e cuscini per esterni che nessuno può ordinare né acquistare perché mai si è pensato a una operazione di mercato che valorizzasse questi prodotti. Una vetrina online potrebbe ora aprire nuovi scenari di impiego delle maestranze dello stabilimento della Difesa, che al momento vende alcuni prodotti della Corderia anche per uso civile, ma solo sul sito dell’Agenzia Industrie Difesa (Aid), mentre si prepara una proposta di forniture alla Marina nazionale francese. Il volume di materia prima utilizzata nella Corderia di Castellammare di Stabia è dimensionato per il lavoro di 56 cordai che contribuiscono alla produzione necessaria alle Forze armate italiane. «La produzione annuale media della Corderia ricalca sostanzialmente il consumo di materia prima che viene acquistata - spiega il direttore dello stabilimento, il colonnello Andrea Caporossi - Si producono circa 180 tonnellate di cordami in fibra sintetica e 22 tonnellate in fibra naturale. Parliamo di valori medi e approssimati». La dotazione delle navi comprende una decina di cavi di ormeggio di lunghezza pari a 200 metri ognuno (il peso di tali corde deriva dal diametro del cavo che è a sua volta determinato dal dislocamento della nave) e da cavi di rimorchio con lunghezze che possono superare i 250 metri (anche questo dato è funzione delle dimensioni della nave). Ovviamente le produzioni per le navi a vela storiche (Nave Vespucci, Nave Palinuro e il Brigantino Cappellini all’interno dell’Accademia Navale) sono molto più consistenti, in quanto comprendono i cavi di ormeggio e rimorchio, ma anche tutte le cime necessarie a manovrare vele e pennoni. Le produzioni di cordame per tali unità navali durano mesi, in quanto sono lavorazioni concentrate sostanzialmente su due macchine cordatrici. E, inoltre, a mano, i cordai intrecciano reti giapponesi e biscagline per piloti e ponti di volo, cioè un tipo speciale di scala di corda tipicamente utilizzata sulle navi mercantili con lo scopo di consentire l’imbarco e lo sbarco del piloti.
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