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Venti di faida a Fuorigrotta, il Riesame gela Troncone jr

Venti di faida a Fuorigrotta, il Riesame gela Troncone jr

Accolto l’appello della Procura, disposto l’arresto del figlio del capoclan

NAPOLI. La Procura non molla la presa e per il clan Troncone di Fuorigrotta si profila il rischio di una nuova tegola giudiziaria. Già al centro di un’infuocata e ancora in corso guerra di camorra, il gruppo di via Costantino stavolta deve fare i conti con l’inattesa decisione del tribunale del Riesame, il quale, accogliendo l’appello del pubblico ministero, ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere per il rampollo Giuseppe Troncone, figlio del ras Vitale Troncone. Il giovane indagato rimarrà però a piede libero fino al futuro pronunciamento della Cassazione, presso la quale i suoi difensori, gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta, hanno subito presentato ricorso. Insomma, la partita non è ancora chiusa. Giuseppe Troncone, raggiunto da un decreto di fermo nel quale compariva anche il cugino Andrea Merolla, ucciso in un agguato di stampo mafioso pochi giorni prima, era finito in manette a dicembre con l’accusa di rapina, sequestro di persona e violenza privata. La sua permanenza dietro le sbarre era però durata appena una manciata di giorni. In sede di convalida, infatti, il gip aveva deciso di annullare il provvedimento precautelare, disponendo l’immediata scarcerazione del rampollo.

La Procura ha comunque tenuto il punto, appellandosi al Riesame e chiedendo nuovamente l’arresto del figlio del ras. Il colpo di scena si è così consumato innanzi ai giudici della dodicesima sezione, i quali hanno accolto la linea del pm, stabilendo l’arresto del 24enne Giuseppe. La difesa di Troncone, rappresentata dai penalisti Abet e Lucchetta, non ha però alcuna intenzione di arrendersi ed è pronta a contestare anche davanti agli Ermellini alcune zone d’ombra che sarebbero emerse dall’indagine condotta dalla Squadra mobile. Nel mirino della difesa restano soprattutto l’effettiva utilizzabilità delle dichiarazioni rese dalla parte offesa, che non ha mai formalizzato le accuse in sede ufficiale; le immagini di alcune telecamere della zona e l’accusa di rapina: l’auto che Troncone e Merolla avrebbero portato via alla vittima era stata infatti ritrovata dopo poco in una strada adiacente al luogo del pestaggio.à Il rampollo del gruppo Troncone era stato fermato alla vigilia di Natale dai poliziotti di via Medina.

Le indagini hanno consentito di fare luce su un brutale pestaggio avvenuto la sera del precedente 2 ottobre, quando nel mirino di Troncone jr e del cugino Merolla sarebbero finiti due topi d’auto originari di Soccavo. Intercettati proprio a pochi passi dall’abitazione del ras, i ladri vennero bloccati dal commando e malmenati. Ad avere la peggio fu soprattutto Domenico Marcone, già noto alle forze dell’ordine, al quale il 24enne Troncone e il cugino spaccarono due denti e procurarono gravi lesioni alla mandibola. Il presunto ladro venne anche prelevato in auto e scaraventato giù dopo alcuni metri. Nonostante la scrupolosa attività di indagine, l’inchiesta aveva però subito una prima battuta d’arresto in sede di convalida. A rischiare l’arresto è però adesso proprio il rampollo

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