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23 Marzo 2022 - 08:03
La Suprema Corte annulla per la seconda volta la condanna d’appello: Fabio Furlan evita la stangata
NAPOLI. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la condanna a 21 anni di reclusione emessa il 28 febbraio 2020 dalla Corte d’assise d’appello di Napoli nei confronti di Fabio Furlan, accusato di aver, nel novembre 2009, sequestrato il suo amico Cristoforo Oliva, da tutti conosciuto come Cristofer, commesso l’omicidio e occultato il cadavere, che non è stato mai trovato. La Cassazione ha accolto la tesi difensiva degli avvocati Dario Vannetiello del Foro di Napoli e Luigi Petrillo del Foro di Avellino. Fabio Furlan è oramai da oltre un decennio accusato di aver, nel lontano novembre 2009, sequestrato un suo amico, Cristofer, cagionatovolontariamente la sua morte ed occultato il cadavere, mai più rinvenuto. Furlan ha deciso di affidarsi completamente all’avvocato Dario Vannetiello, specialista nei ricorsi per cassazione, revocando anche il noto avvocato Giulia Bongiorno. Si tratta del secondo annullamento di una sentenza di condanna in appello nei confronti di Furlan: il 24 giugno 2016 la prima sezione della Cassazione ha infatti annullato la condanna a 23 anni e 6 mesi inflitta dalla Corte d’assise d’appello l’11 maggio 2015, che seguiva una condanna in primo grado a 30 anni di reclusione, disponendo un nuovo giudizio. Si dovrà ora procedere a un terzo giudizio di appello.Secondo l’accusa, la morte di Oliva era da ricondurre a vicende legate a un piccolo giro di spaccio.
La difesa di Furlan ha sempre sostenuto che non si potesse escludere un allontanamento volontario del giovane scomparso nel novembre 2009. «Andrà nuovamente verificata - spiegano i legali - la validità dell’ipotesi accusatoria fondata sulle dichiarazioni degli amici della vittima, sugli agganci alle celle telefoniche dei telefoni in uso alla vittima e al ritenuto carnefice, indizi che sarebbero rafforzati da un alibi dell’imputato ritenuto falso. Sullo sfondo una pluralità di moventi che pare non emergano con la dovuta chiarezza: gelosia per una ragazza contesa ed interessi divergenti in una attività di traffico di stupefacenti. Di estremo interesse sarà apprendere le ragioni che hanno portato la Cassazione alla sorprendente nuova bocciatura della condanna». Nel frattempo Furlan, «nonostante la giuridica esistenza della pesantissima condanna inflitta dai giudici di primo grado, continua a vivere all’estero in libertà essendo, grazie alla regressione del processo, da tempo stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare».
Della scomparsa di Cristoforo Oliva si interessò anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, presso la cui segreteria telefonica giunse anche la segnalazione di un avvistamento dello scomparso ripreso dalle telecamere della videosorveglianza all’interno della metropolitana di Napoli. Intanto, gli inquirenti iniziarono a stringere il cerchio in torno ai suoi amici più stretti; così arrestarono un minore e Fabio Furlan, protagonisti di equivoche chat su facebook. La posizione del minore venne poi archiviata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale dei minori di Napoli, mentre per Furlan era iniziato il processo.
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