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Piazza di spaccio in carcere, Mariano Porcino si consegna

Piazza di spaccio in carcere, Mariano Porcino si consegna

Il 32enne degli Orefici avrebbe custodito la droga per conto di Vigilia

NAPOLI. Mariano Porcini si è svegliato con calma, ha fatto colazione e poi a piedi e con passo tranquillo ha raggiunto la caserma “Pastrengo” per consegnarsi ai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli. Un tragitto breve per il 31enne soprannominato “’o gemello”, personaggio di spicco del Borgo Orefici, legato ai ras del centro storico. Sapeva di essere braccato e di non poter resistere a lungo come latitante, così si è arreso allo Stato e ora si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa di essere sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Avrebbe custodito e venduto droga entrando a pieno titolo nel “sistema” che gestiva una piazza di spaccio nel carcere di Secondigliano, stroncato dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all’emissione di 28 misure cautelare eseguite l’altro ieri.

Del ruolo di Mariano Porcino nel traffico di droga hanno parlato Giuseppe Grillo, Enzo Topo, Massimo Pelliccia e Tommaso Schisa, quattro degli otto collaboratori di giustizia che hanno contribuito all’inchiesta. Il primo ha riferito ai pm antimafia di aver condiviso la cella 23 della quarta sezione del Reparto Ligure (alta sicurezza) con l’indagato che ieri si è consegnato ai carabinieri nella caserma “Pastrengo”. E fu proprio quest’ultimo a inserirlo nell’organizzazione facente capo a Vigilia, Scotti e Marasco: prima con la possibilità di acquistare fumo e cellulari e poi presentandogli i capi. L’interrogatorio risale al 23 novembre 2018. Nel successivo, il 10 gennaio 2019, Giuseppe Grillo ribadì che Mariano Porcino “’o gemello” si occupava di custodire droga e telefonini per conto di Alfredo Vigilia nonché della divisione in dosi dell’hashish da genere (“il taglio”), «operazione che talvolta avveniva nella stessa cella».

 Inoltre, il collaboratore di giustizia individuò in foto anche un detenuto che consumava “fumo” pagandolo 150-200 euro a settimana. I soldi erano versati sul conto di Porcino dai familiari dell’acquirente e rappresentavano il suo compenso da parte del gruppo per l’attività resa in carcere. Pure Enzo Topo ha parlato di Mariano Porcino, storpiandone il nome in “Puggione” ma ricordando esattamente il nome Mariano e il soprannome, identificandolo correttamente in fotografia. Anche lui ha confermato che “’o gemello” provvedeva alla suddivisione delle dosi di hashish per conto di Vigilia, giovane esponente dellamala del rione Traiano, al quale Topo nell’interrogatorio del 29 settembre 2021 ha affiancato anche un altro detenuto. Mentre Massimo Pelliccia ha ricordato di aver visto l’indagato in possesso di un cellulare, così come Tommaso Schisa, ex esponente della mala di Napoli Est.Nel corso delle indagini condotte dai i carabinieri del nucleo Investigativo, insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Napoli, sono stati compiuti accertamenti sui nuclei familiari delle persone coinvolte nell’inchiesta e raggiunte dalla misura cautelare.

È così emerso che cinque donne (originarie del rione Traiano, dei Decumani, di San Giovanni a Teduccio e di Soccavo) percepivano indebitamente il Reddito di Cittadinanza e pertanto sono state denunciate a piede libero e segnalate all’Inps per i successivi adempimenti del caso. Le indagini dei militari hanno permesso di accertare che avevano omesso di dichiarare nella richiesta del beneficio lo stato detentivo del congiunto, incassando complessivamente 33mila euro circa. Somma che adesso dovranno restituire.

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