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29 Marzo 2022 - 07:15
LA DENUNCIA Ricoverato per problemi epatici, l’uomo muore dopo alcuni giorni. Il figlio: «Altri hanno subito la stessa sorte»
NAPOLI. Una storia che rattrista e che a tratti fa accapponare la pelle quella raccontata dall'ingegnere Salvatore Lombardi. Nella notte del 24 marzo infatti, l'ingegnere Lombardi accompagna il padre, all'ospedale Cardarelli dove viene ricoveratoper problemi epatici. Come è noto attualmente non è possibile accedere alle strutture ospedaliere a causa delle norme antiCovid. La denuncia del figlio della persona venuta a mancare riguarda gli effetti personali del padre: gli abiti che indossava e una catenina d'oro, il cui valore non era tanto economico quanto personale, in quanto era un regalo della madre. Una storia di dolore dunque, che fa riflettere sì ma che prima di tutto offre una fotografia di quanto alcune persone possano mancare di rispetto non soltanto di fronte ad un lutto, ma finanche alla famiglia della persona venuta a mancare. Lombardi infatti denuncia senza giri di parole il fatto che non sia nemmeno riuscito, né lui né altri membri della sua famiglia, ad avere accesso ad alcuni ambienti dell'ospedale Cardarelli, sottintendendo che gli autori del fatto siano in qualche modo persone facenti parte del personale della struttura sanitaria pubblica. «In sintesi, i vestiti che indossava mio padre all’atto del ricovero, le coperte, la catenina e i ciondoli in oro risultavano non rintracciabili». Di conseguenza, dopo 4 ore di infruttuose ricerche, alle ore 14,30 sporge denuncia di furto presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza “Arenella”; «qua scoprivo che altre persone avevano sporto o stavano per sporgere analoghe denunce di furto, avvenute nei reparti del Cardarelli», questo un estratto della mail che l'ingegnere invia alle parti istituzionali, tra le quali figurano anche gli uffici del sindaco Gaetano Manfredi e del governatore Vincenzo De Luca. L'elemento di riflessione è che dalle parole di Salvatore Lombardi si evince che il suo caso non sia l'unico, particolare che racconta di un clima fumoso - e di omertà rispetto alla stessa - all'interno della principale struttura ospedaliera partenopea. Non è la prima volta infatti - ed è facile immaginare che non sarà neanche l'ultima - che vengono denunciati episodi di irregolarità all'interno del Cardarelli, che quasi sempre vanno a colpire chi è già provato dal dolore per la perdita di una persona cara. A riprova di ciò, prosegue l'ingegnere napoletano, con fermezza nonostante le difficoltà dovute al dolore «vorrei innanzitutto evidenziare che, nel caso di mio padre, sia il Pronto Soccorso che il reparto di Medicina d’Urgenza erano del tutto inaccessibile agli esterni, per cui, presumibilmente, l’autore di questa azione di sciacallaggio è parte del personale del Cardarelli». Un j'accuse che non risparmia nessuno, quello della vittima indiretta del furto, augurandosi non soltanto di avere delle risposte ma anche un diretto intervento delle autorità competenti. Quello che sconvolge forse più di tutto è il rimbalzo di responsabilità tra le fila del personale ospedaliero che ha reso impossibile all'ingegnere sapere come, quando e perché i beni di suo padre fossero spariti, un elemento che racconta forse anche la volontà di coprire i responsabili del furto.
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