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30 Marzo 2022 - 07:00
L’INCHIESTA L’estorsore dei Vigilia avrebbe preso parte al giro di spaccio nell’istituto di Secondigliano: torna in comunità
NAPOLI. Era in comunità prima di tornare in cella per l’inchiesta sulla piazza di spaccio interna al carcere di Secondigliano e Giuseppe Mazziotti, 34enne di Soccavo vicino ai Vigilia, ci è ritornato dopo l’interrogatorio di garanzia. La strategia difensiva dell’avvocato Vincenzo Strazzullo ha convinto il gip a ritenere sufficiente una misura cautelare attenuata. Lui non si è avvalso della facoltà di non rispondere e ora attenderà in una condizione migliore il giudizio, ferma restando la presunzione d’innocenza di tutti gli indagati nel procedimento fino all’eventuale condanna definitiva. Contro Giuseppe Mazziotti ci sono soprattutto le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia: Tommaso Schisa e Fortunato Piezzo, i quali lo indicano come colui che aiutava Alfredo Vigilia junior nella vendita di hashish e cellulari. Il primo sbaglia il cognome, chiamandolo Mazziotto, ma specifica il nome esatto che la provenienza, Soccavo, aggiungendo che era coimputato dei Vigilia in un processo. Piezzo rende dichiarazioni analoghe e aggiunge che il 34enne scarcerato ieri collaborava con Autore nel “taglio” della sostanza stupefacente. Altri pentiti invece non hanno riconosciuto in fotografia Giuseppe Mazziotti, circostanza che potrebbe avere un peso in sede di giustizia. Ma per la procura e lo stesso gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ciò potrebbe dipendere dal fatto che si tratta di detenuti che il si trovavano in una sezione diversa del carcere. La pubblica accusa sottolinea pure che il 34enne di Soccavo ilo 5 agosto 2019 fu sorpreso con un telefono cellulare, ovviamente sequestrato. La scorsa settimana ben 26 indagati, quasi tutti legati a clan, hanno ricevuto la notifica di una misura cautelare. Tra essi, figurano tre agenti penitenziari accusati di corruzione e andati ai domiciliari. Un loro collega, già in pensione ma la cui posizione è ritenutapiù grave, è stato invece arrestato. La droga entrava nell’istituto penitenziario in vari modi, soprattutto all’interno di capi d’abbigliamento pesanti, dietro compenso agli uomini dello Stato infedeli: tra i 200 ai 400 euro per ogni carico. Veniva nascosta abilmente in carcere, perfino nelle boccette di profumo con la protezione di profilattici. Oltre ai poliziotti sono stati coinvolti nel provvedimento numerosi esponenti di organizzazioni camorristiche partenopee. Come Eduardo Fabricino del gruppo Abbinante; Angelo Marasco, Salvatore Scotti e Giuseppe Mazziotti dei Vigilia; Salvatore Ottaiano dei Fusco di Cercola; Ciro Quindici dei Mazzarella, tutti liberi fino al giorno del blitz condotto dai carabinieri. In carcere, dove erano detenuti per altri reati, hanno invece ricevuto la notifica della misura cautelare Antonio Autore dei De Micco; Salvatore Basile dei Puccinelli; Antonio Napoletano e Raffaele Riccio dei Sibillo; i cugini Pasquale e Alfredo junior Vigilia; Cristian Monaco del clan di Soccavo; Pasquale Nasti dei Del Prete; Gennaro Ruggiero degli ex Lo Russo; Michele Elia del gruppo omonimo.
__Nel riquadro il 34enne Giuseppe Mazziotti
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