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30 Marzo 2022 - 07:15
CAMORRA Il gruppo criminale di via Di Niso pronto a ricompattarsi, detective in allarme. Annullata in appello la condanna a tre anni, scarcerato il boss di Bagnoli.
NAPOLI. Ancora per qualche mese non potrà fare rientro nel suo quartiere d’origine, ma la notizia della sua “assoluzione” si è diffusa in poche ore in tutta la periferia occidentale di Napoli, innescando non poche fibrillazioni negli ambienti malavitosi e investigativi. La terza sezione della Corte d’appello ha infatti stabilito di non dover procedere nei confronti del ras Massimiliano Esposito, annullando così la precedente condannata a tre anni in virtù della quale il boss di Bagnoli rimaneva ancora detenuto.
Tradotto: già nella prima serata di ieri “’o scognato” ha lasciato il carcere di Prato per raggiungere la Calabria, dove sconterà l’ultimo residuo di pena agli arresti domiciliari. Quello di Massimiliano Esposito oggi è probabilmente il volto più noto dello scacchiere criminale di Napoli Ovest. Sulla sua testa pendono diversi procedimenti - è anche indagato a piede libero per associazione mafiosa - ma allo stato attuale il capozona di via Di Niso ha, di fatto, pressoché saldato il proprio debito con la giustizia. L’ultimo, clamoroso colpo di scena è arrivato nel primo pomeriggio di ieri, quando i giudici della Corte d’appello di Napoli, chiamati a pronunciarsi in merito alla precedente sentenza di condanna emessa dal gip Campoli, hanno stabilito di non doversi procedere.
Esposito si trovava alla sbarra con l’accusa di aver violato ripetutamente - almeno dieci volte - le prescrizioni della sorveglianza speciale alla quale si trovava sottoposto prima del suo ultimo arresto, avvenuto a ottobre 2020 a Casoria dopo un breve periodo di latitanza. Ebbene, la difesa di Esposito, rappresentata dagli avvocati Antonio Abet e Rocco Maria Spina, è riuscita a dimostrare che la contestazione più grave, cioè l’allontanamento volontario dal comune di Napoli, avrebbe dovuto assorbire quelle minori, ovvero quelle scaturite dalla volte in cui Esposito non è stato trovato, al momento del controllo, nella propria abitazione. Per il principio del “ne bis in idem” la Corte d’appello ha dunque stabilito di non dover procedere, disponendo al contempo l’immediata scarcerazione del ras di Bagnoli.
Quello di Esposito è un nome che negli ultimi anni è più volte e con prepotenza balzato alla ribalta dalla cronaca locale. Su di lui i riflettori della Procura si sono più volte orientati, ma in alcuni casi con scarso successo. L’ultima volta risale alla primavera della scorso anno, quando il tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta di arresto formulata a suo carico dalla Dda nell’ambito dell’inchiesta che aveva scompaginato i clan Giannelli ed EspositoNappi, le due principali cosche di Bagnoli e Cavalleggeri. Nonostante le pesanti accuse formulate dagli pm sia Esposito che la consorte erano però rimasti entrambi indagati a piede libero. Resta adesso da capire che impatto avrà la scarcerazione di “’o scognato” sui nuovi, ma anche precari, assetti criminali di Napoli Ovest.
Nella foto il 50enne capoclan Massimiliano Esposito
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