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31 Marzo 2022 - 07:56
Sicari in azione a Barra, Gaetano Cervone ferito con tre colpi di pistola: è parente dell’ex ras degli Aprea
NAPOLI. Era in casa con la moglie nel suo appartamento in via Giovanbattista Vela, a Barra, quando si è sentito chiamare per nome dal cortile. Gaetano Cervone, 60 anni compiuti a novembre scorso, imparentato con i componenti del gruppo legati agli Aprea e cugino omonimo del collaboratore di giustizia soprannominato “Bibì”, è andato ad aprire senza sospettare nulla. Così, si è trovato di fronte a due giovani con il volto coperto da calzamaglie, uno dei quali impugnava un’arma da fuoco. Non ha avuto il tempo di richiudere la porta perché il pistolero ha subito sparato, centrando la vittima alle gambe con tre proiettili.
Testimone dell’agguato, inorridita, è stata la moglie. Martedì sera la coppia stava guardando insieme la televisione dopo cena nell’appartamento al piano terra di un condominio di via Giovanbattista Vela. Gaetano Cervone, che ha a carico precedenti per reati minori e non è considerato organico a nessun clan, evidentemente era tranquillo e non temeva nulla. Cosicché non si è meravigliato troppo quando ha sentito la voce di un uomo che lo chiamava dal cortile: Gaetano, Gaetano”. Pensando a un condomino in difficoltà, senza prendere precauzioni, si è alzato dal divano ed è andato ad aprire la porta mentre la moglie rimaneva in soggiorno. Per il 60enne la sorpresa è stata enorme vedendo la pistola impugnata da uno dei due sconosciuti.
Ha capito immediatamente che qualcosa di grave stava per succedere, ma non ha avuto la possibilità di evitarlo. In rapida successione il malvivente armato ha esploso tre colpi che hanno centrato agli arti inferiori il 60enne: due a destra e uno a sinistra. A dissipare ogni dubbio che non si è trattato di una rapina, ma di un agguato a domicilio, è la dinamica dell’evento. Ai poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato San Giovanni-Barra, che stanno conducendo le indagini, sia Cervone che la moglie hanno riferito che nulla è stato portato via né gli aggressori hanno chiesto danaro od oggetti di valore. Resta da capire il movente, anche se una pista sembrerebbe già abbandonata senza nemmeno averla percorsa in quanto nulla porterebbe ad essa: un collegamento con il pentimento del cugino omonimo. Una vicenda vecchia che anche negli malavitosi di Barra è ormai archiviata. Cosicché, almeno per il momento, gli investigatori propendono per uno “sgarro” punito con la “gambizzazione” e stanno cercando immagini utili dalle telecamere del quartiere.
Di sicuro comunque, non siamo di fronte a una ripresa della guerra di camorra nel quartiere, dove prosegue l’alleanza tra gli Aprea e i Cuccaro. Né pare ci siano contrasti con altre zone della città. Gaetano Cervone ha dichiarato, e fino a prova contraria deve essere ritenuto degno di fede, di non aver ricevuto minacce né di aver litigato con nessuno, aggiungendo di non avere sospetti su nessuno e di non essere in grado di riconoscere il pistolero e il complice. Ora è ricoverato in condizioni discrete nell’Ospedale del Mare, i cui medici l’hanno giudicato “non in pericolo di vita”.
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