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Ucciso davanti alla compagna, sei fermi tra cui boss Di Micco

Ucciso davanti alla compagna, sei fermi tra cui boss Di Micco

La Squadra mobile di Napoli ha eseguito un decreto di fermo nei confronti di 6 persone nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Carmine D'Onofrio, 23enne ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte tra il 5 e il 6 ottobre 2021 in via Luigi Crisconio, nel quartiere Ponticelli a Napoli, mentre si trovava con la compagna convivente, in attesa di un figlio.

D'Onofrio era il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Antonio De Luca Bossa detto "Tonino 'o sicc", ritenuto vertice dell'omonimo clan camorristico.

L'omicidio, secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, si inquadra nello scontro tra il clan De Micco-Di Martino e il cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella, operante sotto la sfera d'influenza e controllo dell'Alleanza di Secondigliano, contrapposta al cartello criminale dei Mazzarella.

Tra i destinatari del fermo figura Marco De Micco, considerato capo del clan De Micco. Pochi giorni prima dell'omicidio di D'Onofrio, il 28 settembre 2021, un ordigno era stato fatto esplodere nei pressi della sua abitazione.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, De Micco e altri fermati avrebbero costretto un affiliato del clan De Luca Bossa, portato al cospetto di De Micco e picchiato ripetutamente, a fare il nome dell'autore dell'atto intimidatorio avvenuto pochi giorni prima davanti l'abitazione del capoclan. Il nome che l'affiliato avrebbe fatto sarebbe stato proprio quello di Carmine D'Onofrio. 

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