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05 Aprile 2022 - 07:42
La comunità campana davanti al Teatro con cartelli e foto degli eccidi consumati nel loro Paese
NAPOLI. Il spettacolo benefico al Teatro San Carlo #StandWithUkraineBallet for Peace diventa un caso. E tutto ciò dà la stura alle tensioni. I ballerini ucraini ricevono minacce da alcuni connazionali direttamente sui cellulari e nelle pagine social. Chiaro il messaggio: nessuno deve salire sul palco assieme ai russi. Aut aut che i destinatari delle intimidazioni non raccolgono e, anzi, si fanno fotografare con i colleghi.
Tra questi Olga Smirnova, che ha lasciato il Bolshoi di Mosca, e Anastasia Gurskaya, prima ballerina dell’Opera di Kiev, scappata dalla guerra. In mattinata, prima che venissero fuori gli “avvertimenti’, il sovrintendente Stephane Lissner aveva commentato le polemiche sorte negli ultimi giorni chiarendo che «si può capire che ci sia un po’ di reazione, visto che c’è un Paese che ha subito un attacco violento. Per questo abbiamo dato un titolo più forte all’evento, e così abbiamo deciso di dire che siamo tutti insieme per l’Ucraina». E la direttrice Emmanuela Spedaliere aveva anche annunciato che nella scuola del San Carlo era stati accolti alcuni ragazzi ucraini. Intanto, dopo che la notizia di quanto accaduto viene resa nota, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, presente allo spettacolo serale, cerca di stemperare le tensioni: «Questa iniziativa è stata fatta da un gruppo di ballerini di varie nazionalità tra cui ci sono sia ucraini che russi. I ballerini russi che partecipano si sono dissociati dal conflitto e dalla posizione del loro governo.
Nel momento in cui hanno fatto ciò, credo che sia naturale che possano danzare insieme con gli altri ballerini di tutto il mondo. C’è un momento di guerra e ci sono grandi tensioni. Io capisco anche lo stato d’animo degli amici ucraini che sono stati invasi e quindi stanno difendendo il loro territorio. E chiariamo che noi siamo dalla parte del popolo ucraino e vicini alla loro battaglia». In serata, davanti al San Carlo si portano diversi esponenti della comunità ucraina e persone che ne sostengono la causa. “Putin è un terrorista” recita un cartello ben in evidenza mentre altri reggono le foto degli eccidi dei russi con la didascalia “Russian Culture” fasciati nelle bandiera gialloazzurre dell’Ucraina. «Protestiamo contro Putin e chiediamo che gli artisti non si esibiscano con i russi» dice una manifestante. E c’è chi è ancora più esplicito: «I russi devono andare da Putin per convincerlo a fermare il conflitto, perché diversamente si dà l’impressione che tra russi e ucraini tutto vada bene. Il nostro Paese vuole tornare alla vita e non ha bisogno certamente di questi spettacoli. Noi vogliamo soltanto vivere in pace»
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