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08 Aprile 2022 - 07:51
Salda l’influenza dei Moccia in tutti i settori ad Afragola e Casoria. Interessi e business in varie regioni
APOLI. Un contesto in continua trasformazione polarizzata tra l’Alleanza di Secondigliano e l’asse criminale retto dai Mazzarella schieramenti che lascerebbero uno spazio operativo solo marginale ad altri sodalizi nelle aree di Cardito, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore. Ad Arzano, invece, resta forte l’influenza degli AmatoPagano. Un territorio caratterizzato negli ultimi tempi da fibrillazioni, espansioni, minacce e intimidazioni attraverso ordigni e “stese”. È la fotografia della Dia relativa al periodo gennaio-giugno 2021 per l’area settentrionale della provincia di Napoli che comprende i comuni di Acerra, Afragola, Arzano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano in Campania, Grumo Nevano, Marano di Napoli, Melito, Mugnano di Napoli, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca, Volla. La leadership delle attività criminali nel comune di Arzano sembra rimanere saldamente in mano al clan Amato-Pagano che la eserciterebbe attraverso il gruppo cosiddetto “della 167”. Forza in tutti i campi, dall’edilizia alle slot machine, esercitata anche da vertici del clan sebbene detenuti. Un’egemonia che si conferma anche a Melito di Napoli e Mugnano di Napoli.
La detenzione dei capi storici sembra infatti non pregiudicare la gestione del traffico di droga e delle estorsioni che il clan esercita in regime monopolistico anche rifornendo di sostanze stupefacenti i gruppi alleati. Nel comune di Casavatore la gestione criminale del territorio sarebbe nelle mani del clan Ferone il cui capo storico risulta detenuto. L’organizzazione opera in rapporti di affari con il clan Amato-Pagano, soprattutto nella parte storica di Casavatore. In quella nuova detta del Parco Acacie data anche la contiguità territoriale con il quartiere napoletano Berlingieri si registrerebbe invece la presenza del gruppo Carella. «Nel territorio di Afragola così come in quelli limitrofi aleggia la presenza del clan Moccia la cui influenza sul tessuto economico-sociale dell’area è assicurata da proiezioni economiche transregionali ed è un dato storicamente acclarato. La consistenza patrimoniale di quella che è diventata una vera e propria holding economico-finanziaria si sarebbe talmente rafforzata nel tempo da portare il clan ad adottare una strategia di basso profilo, pertanto, senza commettere azioni eclatanti che possano pregiudicare la “nuova” linea d’azione. Il clan da diverso tempo avrebbe demandato la gestione delle attività illegali a gruppi di secondo piano rinunciando al controllo diretto del territorio e dirigendo la propria influenza verso ambiti economico-imprenditoriali più confacenti alla sua storia recente attraverso il riciclaggio ed il reimpiego delle ingenti disponibilità finanziarie accumulate. Per altro verso questa azione di inabissamento ha favorito la crescita di gruppi criminali locali meno blasonati ma più aggressivi che si contendono gli spazi lasciati vuoti dai Moccia o da essi stessi concessi così come lo spaccio di sostanze stupefacenti». Questa la fotografia della Dia. I settori produttivi di interesse?Praticamente tutti: ristorazione, alberghieri, mercato immobiliare, edile, grande distribuzione, commercio di petroli, dei grandi appalti pubblici, della raccolta e del riciclo di rifiuti speciali non pericolosi ai quali si è aggiunta l’attività sempre più pervasiva del condizionamento delle aste immobiliari tra Afragola e Casoria. Grande l’influenza anche nel “settore strategico dei petroli”.
La rilevanza dell’incipiente business dei Moccia nel settore degli oli minerali e l’egemonia assunta dal clan grazie ai prezzi competitivi ottenuti attraverso le frodi, avrebbe provocato reazioni anche violente da parte di altri clan (Mazzarella e D’amico) determinando un intervento dei primi teso a raggiungere una pax ma osa suggellata con la cessione di una quota dell’impianto di carburanti ai Mazzarella. Riferibile ai Moccia, secondo la Dia, anche lo scontro a Casoria per il controllo della gestione delle piazze di spaccio tra due sodalizi minori in cui figura il gruppo Barbato. Sul territorio di Frattamaggiore non si registrano novità sostanziali rispetto al passato con la presenza dei gruppi rivali dei Cennamo da un lato e dei Pezzella dall’altro che si contrappongono per il predominio sull’attività di spaccio oltre che per vecchi rancori. Tra i Cennamo che negli anni hanno subito numerose perdite nello scontro con i rivali rimanendo pressoché disarticolati attualmente è in libertà il figlio del defunto capo clan. Il gruppo antagonista dei Pezzella di Carditello a sua volta vicino ai Ciccarelli del Parco Verde di Caivano sarebbe in buoni rapporti con gli Amato-Pagano anche grazie a legami parentali e sembrerebbe attualmente avere una forza maggiore nonostante la detenzione del capoclan.Nel territorio di Caivano le principali dinamiche criminali riguardano il traffico di sostanze stupefacenti, in particolare nel predetto Parco Verde definito dalla stampa come una “delle piazze di spaccio più grandi d’Europa, attiva 24 ore al giorno, sette giorni su sette”, sotto il controllo del clan Sautto e dove si riforniscono pusher e trafficanti provenienti dal resto della Campania e da altre regioni. Attività che persiste nonostante i maxi blitz con numerosi arresti. Nei Comuni di Casandrino, Grumo Nevano e Sant’Antimo si continuerebbe a registrare la storica presenza dei clan Puca (retto dai figli del capoclan), Ranucci (quasi sfaldato), Verde (gestito da una leadership parentale), Aversano e Marrazzo (quasi disarticolato) i cui maggiori esponenti compresi i capiclan, risultano tutti detenuti. Nel comune di Acerra agiscono diversi sodalizi criminali che si contendono la gestione dei traffici illeciti: Avventurato, Di Buono, Tedesco, Mariniello, Andretta e Carofaro. A Volla e Casalnuovo si registra la presenza di due soggetti di particolare spessore criminale che reggerebbero in assenza del capoclan detenuto le sorti della consorteria Veneruso.
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