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08 Aprile 2022 - 07:59
Delitto in piazza Volturno, fuga finita per Gaetano Grossi: è parente dei Bosti
NAPOLI. È stato rintracciato in un appartamento di via della Stadera che aveva preso in affitto, allontanandosi dalla sua abitazione da qualche tempo. Probabilmente Gaetano Grossi, 30enne imparentato con i Bosti stretti alleati dei Contini, aveva capito che il cerchio si stava stringendo intorno a lui per l’omicidio di Salvatore Marangio avvenuto meno di due anni fa in piazza Volturno.
Ma non era fuggito, restando comunque a Napoli, e l’altro ieri sera i poliziotti della sezione “C.O. della Squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Andrea Olivadese) lo hanno bloccato e arrestato su ordinanza di custodia cautelare chiesta e ottenuta dalla Dda. In casa aveva 260 grammi di droga che ha inutilmente gettato dalla finestra, per i quali risponderà anche di un altro reato. Presunto assassino e vittima si conoscevano. Gaetano Grossi avrebbe ammazzato Salvatore Marangio, anch’egli nell’orbita dei Contini, per un’epurazione interna a causa di uno “sgarro” e non, come pure all’epoca qualcuno aveva ipotizzato, come vendetta per una lite pregressa per viabilità. Sembrerebbe che all’agguato abbia partecipato un complice del 30enne, anche se su questo gli investigatori non si sbilanciano. Inutilmente il 34enne cercò di fuggire a piedi nonostante la prima ferita da arma da fuoco: fu raggiunto colpito da altri due proiettili. Era l’8 agosto 2020 ed esattamente 30 giorni dopo morì nell’ospedale San Giovanni Bosco per sopraggiunte complicazioni.
Gli inquirenti e gli investigatori (ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagato fino all’eventuale condanna definitiva) hanno compiuto un’indagine classica con intercettazioni telefoniche e ambientali e ricerca di riscontri. Nell’inchiesta non compaiono pentiti e il nome di Gaetano Grossi sarebbe subito emerso attraverso la conoscenza del territorio. Il 30enne infatti, pur non avendo precedenti per camorra, era già conosciuto per reati minori tra cui contrabbando di sigarette. Nei giorni successivi grazie a un documento falso aveva soggiornato in diversi alberghi d’Italia cercando presumibilmente di trovarsi un alibi. Ma per la polizia la notte dell’agguato in piazza Volturno, nelle vicinanze del corso Garibaldi, era in città. È imparentato con i Bosti attraverso la suocera, sorella della moglie di Ettore Bosti (cugino del più noto alter ego del boss Edoardo Contini).
Era solo Marangio, ai domiciliari e che quindi non avrebbe dovuto trovarsi in strada, quando notò uno scooter con due giovani avvicinarsi. Il tempo di capire che cercavano proprio lui con intenzioni tutt’altro che amichevoli e tentò una disperata fuga. Ma il primo proiettile lo centrò alla gamba sinistra e perse l’equilibrio. Nel frattempo uno dei malviventi era sceso dal motorino, facendo ancora fuoco prima di risalire e fuggire. In piazza Volturno la polizia scientifica trovò 3 bossoli calibro 9x21, tipico degli agguati di camorra, e tracce di sangue. Marangio aveva precedenti di polizia per rapina e lesioni e abitava in vico Pergolesi nel Borgo Sant’Antonio Abate.
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