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Camorra in subbuglio a Chiaia, libero il sicario di Silvia Ruotolo

Camorra in subbuglio a Chiaia, libero il sicario di Silvia Ruotolo

L’ex fedelissimo del ras Alfano uccise un’innocente nella faida dell’Arenella

NAPOLI. Nella corso della sua vita si è macchiato di delitti terrificanti, su tutti quello dell’innocente Silvia Ruotolo, uccisa per errore l’11 giugno del 1997 in agguato teso al ras del Vomero, Antonio Caiazzo. Per quell’atroce spargimento di sangue, dopo essersi deciso a passare tra le fila dei collaboratori di giustizia, ha incassato ventisei anni di reclusione. Da allora, sebbene lo sfregio nella memoria collettiva sia ancora intanto, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima e il suo debito con lo Stato è ormai saldato. Per questo motivo Rosario Privato, killer ed ex esponente di spicco del clan Alfano, è da poco tornato completamente a piede libero. Il pentito, stando alle indiscrezioni acquisite dal “Roma”, si è insediato ancora una volta tra i vicoli della Torretta di Chiaia, suo quartiere di origine. Con le proprie rivelazioni Rosario Privato ha contribuito allo sviluppo di decine di inchieste giudiziarie, tra cui, ultima in ordine di tempo, quella che pochi mesi fa ha nuovamente messo alle corde il clan Cimmino con base tra l’Arenella e il Vomero. L’ex fedelissimo di Giovanni Alfano “’o russo” ha però concluso il suo percorso di collaborazione e, scontata la pena alla quale era stato condannato, ha così potuto lasciare il carcere dopo anni di ininterrotta detenzione.

Privato dovrebbe essersi messo alle spalle i trascorsi da camorrista di rango, ma il suo ritorno tra i vicoletti adiacenti Mergellina ha creato non poche fibrillazioni tra le due cosche ancora attive nel quartiere: i Frizziero e, soprattutto, i Piccirillo, con i quali non è mai corso buon sangue. Pochi mesi prima, sempre nella stessa zona, è poi tornato ad aggirarsi anche un altro collaboratore di giustizia eccellente, l’ex sicario dei Licciardi, Gennaro Panzuto. Tornando invece a Privato,le forze dell’ordine che da sempre monitorano gli ambienti criminali della Torretta hanno già attivato i “radar” e seguono con attenzione l’evolversi degli scenari e degli assetti di mala. Proprio il gruppo Frizziero, di recente oggetto di importanti arresti, divenne forte alla Torretta in seguito al matrimonio tra Adele Frizziero e Giovanni Alfano, boss del Vomero e a capo di un clan vincente fino alle indagini successive all’omicidio di Silvia Ruotolo, quando le dichiarazioni di Rosario Privato lo portarono alla decimazione.

Nel 1985 fu ammazzato Alvino Frizziero e in un rapporto giudiziario del 3 febbraio ’87 proprio sugli ultimi delitti a Napoli venivano elencati i gruppi camorristici opposti alla Nco di Raffaele Cutolo e tra essi a Chiaia figurava la famiglia Frizziero. A febbraio ’98 Orlando Frizziero, poi deceduto per overdose a Fuorigrotta, fu indicato come il responsabile dello spaccio alla Torretta mentre successivamente (18 ottobre 2002) furono arrestati in 5 per possesso di pistola: tra loro Mariano Frizziero, cugino di Alvino. Da allora, nonostante siano trascorsi ben vent’anni, la famiglia Frizziero continua ancora a creare scompiglio nel quartiere. Alla pari con il gruppo Piccirillo, il cui ras, Rosario “’o biondo”, è da poco tornato in carcere.

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