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13 Aprile 2022 - 07:00
In fuga da maggio scorso, Angelo Minichino è stato rintracciato dai carabinieri a Berlino: deve scontare 18 anni
NAPOLI. Tra poco avrebbe festeggiato un anno di latitanza, ma i carabinieri gli hanno guastato la festa un mese prima rintracciandolo a Berlino e indicando alle forze dell’ordine tedesche il luogo in cui si nascondeva. Per Angelo Minichino, 50enne legato ai Mazzarella e a capo di un fiorente giro di spaccio a Forcella negli anni d’oro scoperti con l’operazione “Piazza pulita”, le manette sono scattate l’altro ieri sera nel centro della capitale della Germania. Era in compagnia di altre persone su cui le autorità locali svolgeranno adesso degli accertamenti, ma di nessun napoletano. Deve scontare 18 anni e 6 mesi di reclusione come residuo di pena (tecnicamente si dice così ma in questo caso è un eufemismo) in conseguenza della condanna definitiva di 21 anni pronunciata un anno fa dalla Cassazione.
La cattura di Angelo Minichino si deve alla tenacia dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto territoriale del comando provinciale di Napoli. Gradualmente, attraverso intercettazioni e informazioni acquisite sul campo, hanno stretto il cerchio intorno al latitante fino a permettere il blitz decisivo lunedì sera. Ora il 50enne è in carcere a Berlino in attesa dell’estradizione, già chiesta dal ministero degli Esteri in virtù degli accordi europei. Massimo un mese e il pregiudicato tornerà in Italia per scontare la pena in un istituto penitenziario. Il suo nome comparve tra i primi nell’ambito dell’inchiesta “Piazza Pulita” che culminò in ben 170 arresti nel centro storico 2007. Lui era indicato tra i principali gestori di una piazza di spaccio a Forcella controllata dai Mazzarella. Ma altri 7 clan furono coinvolti nelle indagini coordinate dalla Dda, a cominciare dai Giuliano. Angelo Minichino è solo l’ultimo dei latitanti dell’interminabile vicenda giudiziaria cominciata nel 20027. Il primo fu Salvatore D’Avino, pure vicino ai Mazzarella, arrestato a Estepona nei pressi di Marbella sempre dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, in quel caso in collaborazione con l'unidad central operativa della Guardia civil spagnola.
Quando scattarono gli arresti per “Piazza pulita, lui era detenuto in Spagna ma ottenne un permesso premi e ne approfittò per fuggire. A tradirlo fu la pubblicazione di alcune fotografie su Facebook postate dalla compagna marocchina che si era trasferita sotto falso nome sulla Costa del Sol. L'uomo l’aveva raggiunta via mare con una moto d'acqua. A settembre scorso invece è toccato a Gennaro Capuano finire nella rete dei militari dell’Arma sempre per l’operazione “Piazza Pulita” in conseguenza del pronunciamento della Cassazione che ha scritto la parola fine per la maggior parte degli imputati. Individuato in via Falcone a Grumo Nevano, è stato bloccato e trasferito in carcere per scontare una condanna a 12 anni di reclusione per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il maxi blitz scattò il 26 febbraio del 2007, con polizia e carabinieri che perquisirono anche un centinaio di abitazioni.
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