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16 Aprile 2022 - 07:15
FRAGOLA. Processo a carico del clan Moccia: condanna pesante per il presunto ras Luigi Moccia (20 anni) e Antonio Franzese (15). Pene lievi per Filippo Iazzetta, Francesco Favella e Giuseppe Ciotola. Assolti Antonio Ciccarelli, Teresa Moccia, Pasquale Puzio, Domenico Liberti, Raffaele Laurenza e Domenico Liberti. Questi imputati, arrestati il 23 gennaio del 2018 nel corso di un megablitz tra la Campania ed il Lazio, al termine della chiusura delle indagini preliminari, avevano scelto di essere giudicati con rito ordinario. A far parte del pool di difensori c’erano gli avvocati Saverio Senese, Salvatore Pettirossi, Gennaro Lepre, Nicola Quadrano, Claudio D’Avino, Antonella Genovino, Edoardo Cardillo, Domenico Ciruzzi, Gerardo Matteis, Giuseppe Perfetto, Annalisa Senese, Giuseppe Cerbone, Libero Mancuso e Claudio Castaldo. Per Teresa Tuccillo non si è proceduto per morte dell’imputata. Gli altri 33 imputati, avevano scelto di essere giudicati con rito in abbreviato. Prima di andare avanti va fatta la consueta premessa, ovvero, per tutti gli imputati vale comunque ed in ogni modo la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata in giudicato. Al blitz parteciparono gli uomini della Dia, polizia, carabinieri e guardia di finanza. Insomma un vero e proprio esercito che operarono contro gli uomini del clan Moccia, ritenuto operativo tra la Campania e Lazio. Le accuse - a vario titolo - andavano dall’associazione mafiosa alla detenzione di armi comuni e da guerra, fino ad estorsioni e riciclaggio di cospicue somme di denaro. Le indagini, coordinate dalla Dda napoletana in collaborazione con quella della capitale fecero emergere un organigramma del sodalizio criminale con tentacoli nell’area tra le due regioni. Per mettere a fuoco il presunto sistema di malaffare, vitale il contributo dei diversi collaboratori di giustizia, oltre che di intercettazioni di colloqui in carcere. Facendo una ricostruzione dei fatti è stato verificato che il gruppo criminale (operante tra Afragola, Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano, Caivano, Acerra e nel Lazio) si è sempre avvalso della super-visione dei cosiddetti “senatori” indicati come “affidatari delle direttive” dalla nutrita pattuglia di collaboratori di giustizia. Tuttavia è stato possibile cristallizzare che il sodalizio criminale, aveva all’interno degli stessi forti contrasti interni. Il personaggio di primo piano, il vero e proprio capo, è stato individuato in Luigi Moccia (già in libertà vigilata a Roma) e poi di Modestino Pellino (sorvegliato speciale a Nettuno e poi ucciso il 24 luglio del 2012). Le attività gestite dal “sistema”, riconducibili ai Moccia, svariavano dalle estorsive all’imposizione delle forniture per commesse pubbliche e private. Le indagini hanno anche appurato che il “metodo” guidato dai Moccia era riuscito ad infiltrarsi finanche negli apparati investigativi dello Stato. Tra i pentiti d’eccellenza sentiti in dibattimento spiccano i nomi di Salvatore Scafuto, alias “Tor ’a Carogna” (passato dalla parte dello STato nell’estate del 2015 da uomo libero e consapevole di essere oramai un morto che cammina), Marcello Di Domenico alias “’O marzulian”, Ciro Di Domenico (fratello di Marcello), Pasquale Di Fiore (elemento apicale del sistema criminale di Acerra), senza dimenticarsi di Michele Puzio, meglio noto con il soprannome di “Michelino”, forse il più importante (ed anche il più aggiornato) pentito dei Moccia. LE CONDANNE Luigi Moccia 20 anni; Antonio Ciccarelli assolto; Filippo Iazzetta 4 anni; Teresa Moccia assolta; Francesco Favella 4 anni; Antonio Franzese 15 anni; Giuseppe Ciotola 6 anni e 4 mesi (ricettazione); Pasquale Puzio assolto; Raffaele Laurenza assolto; Luigi Esposito assolto; Domenico Liberti assolto; Teresa Tuccillo non doversi procedere per morte.
in foto Luigi Moccia
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