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20 Aprile 2022 - 07:00
Ordigno artigianale contro la “Pasticceria Perugino” di Cavalleggeri d’Aosta
NAPOLI. Il gran ballo camorristico in area flegrea, dove a cavallo di Pasqua si sono accesi ancora di più gli animi. L’ultima conferma che qualcosa di grosso bolli in pentola, nell’ambito dei traffici di droga e del controllo del racket secondo gli investigatori più esperti, è giunta l’altra notte. Quando prima a Soccavo e poi a Cavalleggeri d’Aosta sono stati compiuti una stesa con 7 proiettili e un’intimidazione attraverso l’uso di una pistola calibro 9 e di una bottiglia incendiaria contro un bar ben frequentato. Ma soprattutto nel secondo caso la matrice non è ancora chiara del tutto: potrebbe essersi trattato del classico avvertimento preventivo per poi passare a chiedere il “pizzo” oppure l’iniziativa di qualche sconsiderato senza una motivazione precisa.
Comunque il danno della molotov alla pasticceria “Perugino” è stato lieve: solo un tendone esterno bruciato. In ogni caso lo scenario malavitoso nell’area flegrea, da Fuorigrotta a Pianura passando per il Rione Traiano e Soccavo, è cambiato negli ultimi mesi e sta cambiando ancora. In particolare nell’ex regno dei Mele e dei Pesca-Marfella sono subentrati sul territorio eredi camorristici ancora meno inclini a una pace duratura. Tant’è vero che il sabato di Pasqua è stato ammazzato un 25enne vicino agli Esposito-Marsicano-Calone-Ciotola e non è detto, sostengono gli inquirenti, che l’agguato sia stato organizzato dai Carillo-Perfetto nonostante per una settimana quasi ogni giorno si sia sparato in via Evangelista Torricelli. La strada delle stese, nonché di un cecchino avvistato sul tetto di un edificio con un fucile in mano, è considerata sotto l’influenza del gruppo Cardillo (originato dai Marfella-Pesce) ma in essa c’è un avamposto dei nemici di camorra.
Cosicché quando si è registra to l’aumento improvviso della tensione negli ambienti di malavita, la prima pista battuta e tuttora la più seguita conduce a una ripresa della guerra tra i due gruppi. La polizia è prontamente intervenuta sequestrando in meno di 12 ore ben 3 pistole, di cui 2 in perfetta efficienza. Ma c’è anche l’ipotesi di uno zampino della mala di Fuorigrotta, dove poi si è verificato l’omicidio di Enrico Marmoreo, ultimamente vicino agli Esposito
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