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Palazzo reale, restaurato il leggio di Maria Carolina d'Austria

Palazzo reale, restaurato il leggio di Maria Carolina d'Austria

In occasione della Giornata mondiale del Libro, per iniziativa del Palazzo Reale di Napoli, è stato restaurato uno dei due leggii girevoli della regina Maria Carolina d'Austria che appartengono alle collezioni della Biblioteca Nazionale e che sarà esposto eccezionalmente per un mese nella sala XIV dell'Appartamento Storico del Palazzo Reale di Napoli.

L'esemplare, oltre ad avere un pregiato valore artistico, rappresenta una vera e propria innovazione settecentesca, assai di moda, voluta dalla moglie di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli. Si tratta di una macchina da lettura di gusto neoclassico che richiama gli ingegnosi leggii diffusi già in epoca medievale e in particolare nelle biblioteche monastiche dell'Europa centrale.

Per dimostrare il funzionamento del prezioso manufatto sono stati sistemati sui ripiani alcuni libri di pregio a tiratura limitata di mille copie su carta raffinata della Biblioteca Nazionale di Napoli, le cui copertine riproducono le legature della biblioteca Palatina. I due leggii, già conservati nella Reggia di Caserta, appartengono oggi alle collezioni della Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" e l'esemplare restaurato si trova normalmente nel percorso di visita dell'Appartamento Storico di Palazzo Reale.

L'iniziativa è stata realizzata grazie alla sinergia dei due istituti diretti rispettivamente da Maria Iannotti e Mario Epifani. «In questa stanza che fu di Maria Amalia di Sassonia - spiega Epifani - abbiamo esposto il leggio di Maria Carolina d'Austria e lo specchio di Carolina Bonaparte, riunendo virtualmente tre regine che hanno abitato questo Palazzo. Mettere in evidenza alcuni elementi della vita quotidiana aiuta i visitatori ad immaginare la vita di corte».

Iannotti dichiara: «Il lavoro di restauro conferma la nostra stretta collaborazione con il Museo del Palazzo Reale. L'altro leggio è collocato nella sala della Biblioteca Palatina accanto ad altri mobili ed ai libri della biblioteca privata di Maria Carolina con intento di ricostruire l'ambiente in cui la sovrana coltivava i suoi interessi culturali».

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