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14 Aprile 2015 - 16:58
Il terreno, destinato ad uso agricolo e sottoposto a vincolo, è stato utilizzato dal comune come deposito di immondizia senza le dovute prescrizioni di Arpac e Asl
PROCIDA. Quattro persone, tra cui il sindaco di Procida, Vincenzo Capezzuto, sono indagate nell'ambito di un'inchiesta relativa a un sito di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani. L'area, sita in via IV novembre, di proprietà di un privato ma data in locazione al Comune, è stata sequestrata dai carabinieri della compagnia di Ischia e della stazione di Procida: il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Napoli. L'indagine riguarda l'attività di raccolta dei rifiuti senza i requisiti previsti dalla legge ed in assenza dei vincolanti pareri tecnico sanitari.
L’area, come risulta dalle indagini degli investigatori, è ubicata in una zona a destinazione agricola e dichiarata di notevole interesse pubblico per le sue caratteristiche paesaggistiche ma adibita dall’Amministrazione comunale a sito di stoccaggio e di trasferenza dei rifiuti in assenza della prescritta autorizzazione e senza il rispetto delle prescrizioni impartite dall’Arpac e dall’Asl.
Con il sindaco, che deve rispondere anche di omissione, sono indagate la dirigente dell'ufficio ambiente del Comune, la legale rappresentante e il responsabile tecnico della ditta di Angri (nel Salernintano) che gestisce l'area. Il sito è stato utilizzato come centro di raccolta di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da laterizi, intonaci, conglomerati di cemento armato ed altri materiali privi di amianto. Contestualmente al sequestro è stata concessa la facoltà d'uso per i 10 giorni successivi alla notifica del provvedimento dell'autorità giudiziaria, al fine di consentire l'individazione di un sito alternativo.
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