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03 Maggio 2022 - 07:57
Pizzo sullo spaccio, le intercettazioni rivelano le nuove mire dei De Micco: tangente da 2.250 euro ogni 15 giorni
NAPOLI. Ponticelli è sempre più una potenziale polveriera. Da altre intercettazioni depositate nell’inchiesta sull’omicidio di Carmine D’Onofrio emergerebbe addirittura un tentativo dei De Micco di estendere la propria influenza fino alla storica roccaforte dei De Luca Bossa. A parte un’incursione in motocicletta dalle modalità esclusivamente intimidatorie, dalla conversazione tra due presunti spacciatori verrebbe fuori la pretesa dei “Bodo” di imporre una tangente sulla vendita di droga persino nella zona del lotto 0. Più che un’ipotesi, a dimostrazione di come la guerra tra i due clan si sia spinta molto in avanti e non è scontato che l’arresto del ras Marco De Micco con i suoi fedelissimi basti a fermare l’onda.
La recente bomba di via Pacioli potrebbe aver quindi rappresentato l’inizio di una nuova fase delle ostilità e non un fatto sporadico. Limitiamoci alle certezze per ora. In una lunga conversazione intercettata il 15 marzo scorso tra due affiliati ai De Luca Bossa il primo raccontava al secondo un episodio che per la Dda è la prova di come i “Bodo” abbiano esteso la loro influenza fino al lotto 0 (almeno fino al giorno prima dell’arresto di Marco De Micco e degli altri sei del clan). Infatti “Marco” (da ritenere estraneo alla vicenda fino a prova contraria) gli avrebbe imposto di spacciare la sua droga e di corrispondergli ogni quindici giorni 2.250 euro. Inoltre l’esponente del gruppo con base in via Bartolo Longo si lamentava anche del carico imposto, 100 grammi mensili di cocaina, difficile se non impossibile da smaltire.
Ma alla fine del dialogo nessuno immaginava una qualche forma di reazione, ritenendo almeno per il momento più utile cercare di spuntare un prezzo più favorevole. Il 28 marzo e il 29 marzo su un nuovo account relativo al profilo “Bodo-Xx” su Tik Tok (di gran lunga il social preferito dagli uomini e le donne di camorra) gli addetti alla comunicazione del clan hanno postato foto e video che hanno raccolto grande successo, dimostrato da numero di “like” e di follower in aumento vertiginoso da un giorno all’altro. Ma come spesso succede nella malavita organizzata napoletana un’ascesa che sembra irresistibile viene bloccata da un imprevisto e dalla successiva inchiesta a tempo di record andata in porto (ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino a eventuale condanna definitiva). Carmine D’Onofrio (figlio naturale di Giuseppe De Luca Bosa e nipote di “Tonino o’ sicc”) avrebbe lanciato la bomba nel cortile dell’abitazione di Marco De Micco e quest’ultimo per vendicarsi avrebbe ordinato ai suoi fedelissimi di ucciderlo. Cosicché i poliziotti della Squadra mobile della questura del dirigente Fabbrocini e del vice Olivadese hanno piazzato abilmente microspie nella sua casa e il piano è stato registrato. Sono scattati i fermi, poi tramutati in ordinanze di custodia cautelare, e i De Luca Bossa, rintanati per un periodo nel loro quartier generale, hanno ricominciato a girare per Ponticelli sognando la rivincita. La bomba in via Pacioli potrebbe essere solo l’antipasto.
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