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Latitante e chef a cinque stelle: stanato il bandito vicino al clan

Latitante e chef a cinque stelle: stanato il bandito vicino al clan

Il 56enne dirigeva sotto falso nome la cucina del celebre ristorante “Alberto”

NAPOLI. Sapeva che prima o poi sarebbe stato notato da qualche investigatore in fotografia. Ma nella società dell’immagine non poteva dire di no ai titolari del ristorante francese in cui aveva trovato lavoro come chef. Inizialmente Antonio Cuozzo Nasti, 56enne originario di Giugliano e irreperibile da otto anni per varie condanne diventate definitive, si era schernito dicendo di essere timido. Poi suo malgrado aveva dovuto acconsentire a comparire in posa, visibilmente teso in volto, sui profili social del locale.

Era considerato un ottimo capocuoco specializzato nella preparazione del polpo alla luciana, e probabilmente lo è. Ma il passato torna sempre a galla e ora si trova in attesa di estradizione in Italia dopo che all’alba di ieri è finito in manette. Gli investigatori all’epoca lo ritenevano legato ai potenti Mallardo, fondatori e componenti della potente Alleanza di Secondigliano. Alle prime luci del giorno sono stati i carabinieri della compagnia di Giugliano, nell’ambito del progetto europeo “@on” curato dalla Dia (Direzione investigativa antimafia) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia e la polizia nazionale francese, a mettere la parola fine sulla latitanza di Antonio Cuozzo Nasti, 56enne di Giugliano in Campania che otto anni fa lasciò l’Italia per vivere da solo nella patria di Napoleone Bonaparte. Considerato attiguo al clan Mallardo, attivo sul territorio giuglianese e parte dell’ Alleanza di Secondigliano con i Contini dell’Arenaccia e i Licciardi di Secondigliano, era stato condannato a una pena definitiva di 16 anni di reclusione per rapina, ricettazione e porto illegale di armi, rendendosi irreperibile dal 2014. Detratto il periodo di carcerazione preventiva, gli restano da scontare 5 anni, 11 mesi e 8 giorni. Antonio Cuozzo Nasti è stato localizzato in una cittadina della Costa Azzurra a pochi chilometri da Cannes dove si era ricostruito una nuova vita con il falso nome “Nunzio Palumbo”, ed era diventato un famoso chef nel ristorante “Alberto” interno all’hotel di lusso “Le Touring”, un 5 stelle rinomato proprio per la cucina italiana. Su Booking si possono leggere ottime recensioni sulla cucina e complimenti in particolare per il polpo alla luciana.

Erano le cinque circa quando il latitante è stato catturato nel suo appartamento francese, dove viveva solo. Non era armato e si è arreso senza opporre resistenza rimanendo apparentemente impassibile perché probabilmente si aspettava che prima o poi quella foto ufficiale con i titolari dell’albergo gli sarebbe costata le manette. Comunque non aveva intenzione di fuggire. Sulla costa azzurra si era ambientato alla grande pur provando sofferenza per l’assenza dei familiari. Chissà se in cuor suo gli era rimasta accesa una piccola fiammella di speranza di poter continuare a fare un lavoro in cui ha avuto successo. In una recensione, a proposito della cucina, un cliente l’ha definita “eccezionale”. Se vorrà, pagato il debito con la giustizia, potrà ricominciare a vivere onestamente.

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