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14 Aprile 2015 - 19:37
Riconosciuta l'affiliazione alla cosca di tutti i 23 imputati. Trenta anni a Salvatore Liccardi detto “pataniello”, dieci anni al presidente della Quarto Calcio, Castrese Paragliola
QUARTO. Scacco al clan Polverino: emesse condanne per 350 anni. I giudici della IX sezione penale del Tribunale di Napoli - - pm Ardituro e Del Gaudio - hanno inflitto pesanti ad affiliati alla cosca operante nel comune di Quarto e che estende i propri tentacoli anche sui comuni limitrofi. Riconosciuta l'accusa di affiliazione al clan camorristico per tutti i 23 imputati. Per i giudici «c'è stata la prova evidente del patto politico-camorristico-imprenditoriale». Tra le condanne, spiccano le pene inflitte agli esponenti di maggior rilievo del clan: Salvatore Liccardi, detto “pataniello”, Giuseppe Perrotta, Fabio Allegro, Salvatore Cammarota e Ciro Manco tutti condannati a 30 anni di carcere. Per Nicola Imbriani condanna a 14 anni, come per l'imprenditore di pompe funebri, Attilio Cesarano. 10 anni di carcere per Castrese Paragliola, presidente della Quarto Calcio, gestita dalla cossca e poi sequestrata dalla magistratura. Confermata la confisca di tutti i beni degli imputati. Assegnati dai giudici 50mila euro al Comune di Quarto e 30mila euro all'associazione antiracket Sos Impresa a titolo di provvisionale in quanto parti civili.
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