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10 Maggio 2022 - 07:00
FORCELLA Salvatore Ferraiuolo fu eliminato nel 1984 per aver tradito il boss Luigi Giuliano. Colpo di scena in d’appello: condanna dimezzata per l’esecutore materiale
NAPOLI. Anche per i giudici di secondo grado è stato uno dei responsabili dell’omicidio di Salvatore Ferraiuolo, il confidente delle forze dell’ordine assassinato il 10 luglio del 1984 con quattro colpi di pistola e poi gettato in mare. Dopo la stangata rimediata nel 2019, con una severa condanna a trent’anni di reclusione, il capozona di Forcella, Luigi Vicorito, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, riesce però adesso a spuntare un sostanzioso sconto di pena: i giudici della quinta sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli hanno infatti rideterminato la condanna a sedici anni di carcere: quasi la metà rispetto al precedente verdetto. Fare la spia con le forze dell’ordine nel quartiere dominato da quello che all’epoca era il clan più potente di tutta la città e non solo poteva rivelarsi uno sgarro da pagare a carissimo prezzo. Salvatore Ferraiuolo ne era a conoscenza, ma nonostante ciò decise di continuare a elargire soffiate favorendo, in almeno una circostanza, i blitz degli uomini dello Stato. Il boss Luigi Giuliano non ci mise molto a presentargli il conto e di lì a breve ecco che arrivò l’ordine di morte. Del commando, stando a quanto rivelato negli ultimi 35 anni da oltre una decina di pentiti, avrebbe fatto parte anche il ras Luigi Vicorito. Per quest’ultimo nel 2019 è arrivata la prima, pesantissima sentenza di condanna: trent’anni di reclusione. Magra consolazione, essere riuscito a schivare l’ergastolo. Il verdetto emesso dai giudici della Terza sezione della Corte d’assise di Napoli gettava dunque un primo spiraglio di luce su un delitto tanto efferato quanto ancora oggi avvolto nel mistero. Un cold case risalente ormai a quasi quarant’anni fa, ma che ha creato non pochi grattacapi e battute d’arresto agli inquirenti che hanno coordinato l’inchiesta. Con la condanna inflitta il cerchio intorno ai presunti responsabili inizia però finalmente a stringersi. Indiziato numero uno insieme all’ex boss reo confesso Luigi Giuliano, che però scelto di essere processato con il rito abbreviato, c’è dunque Luigi Vicorito. Il ras di Forcella aveva affrontato il giudizio senza mai proferire parola. Un muro di silenzio che, a conti fatti, non ha scalfito le conFORCELLASalvatore Ferraiuolo fu eliminato nel 1984 per aver tradito il boss Luigi Giuliano Ucciso e poi gettato in mare: il ras Vicorito incassa 16 anni vinzioni dei giudici, i quali gli hanno addirittura inflitto una pena superiore a quella richiesta dalla pubblica accusa sostenuta dal pm Woodcock. 22 anni di reclusione. Nel processo di primo grado si è tra l’altro costituito parte civile il figlio della vittima, vale a dire l’ex ras del rione della Maddalena e oggi collaboratore di giustizia Maurizio Ferraiuolo. L’omicidio di Salvatore Ferraiuolo rimase avvolto per svariati anni nel mistero più totale. Le indagini subirono una prima accelerazione nel 2002 con le rivelazioni fornite dall’allora neo pentito Giuseppe Avagliano, il quale riferì informazioni circostanziate in merito al movente e alla dinamica: «L’omicidio di Ferraiuolo - spiegò - venne deciso e portato poi a termine anche direttamente da Luigino Giuliano con l’aiuto di mio fratello Vincenzo, di Luigi Vicorito e di Gennaro Giglio».
Nel riquadro il ras di Forcella Luigi Vicorito
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