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19 Maggio 2022 - 21:18
POLLENA TROCCHIA. Profanata la cappella del cimitero di Pollena Trocchia nella quale è custodito il corpo di Paolino Avella, vittima innocente della criminalità ucciso all'età di 17 nel 2003 a San Sebastiano al Vesuvio reagendo al furto del suo motorino. A denunciarlo è la Fondazione Polis della Regione Campania. Il fatto è avvenuto la notte scorsa. "Ciò che più inquieta - spiega la Fondazione - è che dalla cappella sono stati sottratti oggetti di poco conto, un fatto che segnalerebbe una vera e propria intenzione profanatoria nei confronti della memoria di Paolino". Il presidente don Tonino Palmese e tutti i componenti della Fondazione Polis della Regione Campania "si stringono al dolore della famiglia Avella per questa macabra scelleratezza e lanciano un appello a tutta la società civile affinché faccia sentire il proprio grido contro qualsiasi atto che violi la memoria delle vittime innocenti di reato. La nostra opera non si ferma, così come il ricordo di coloro la cui vita è stata strappata dalla mano violenta del crimine continua a far germogliare semi di vita nuova, forieri di giustizia e di legalità".
Un raid sacrilego mirato, intatte infatti le altre cappelle. Ignoti hanno violato la cappella di Paolino per portare via due sedie in plastica e una scala, lasciando sull’altare due vistosi candelabri di ottone bagnati in argento. Un episodio che giunge al culmine di una lunga sequenza di eventi. La stele in memoria di Paolino è stata vandalizzata più volte. Una stele istituita proprio dove la corsa di Paolino si è arrestata il 5 aprile del 2003, quando cercò di sottrarsi ai malviventi che intendevano rubargli il motorino all’uscita di scuola, il liceo di San Sebastiano al Vesuvio, innescando un inseguimento che terminò proprio lì, perché quei due speronarono la ruota posteriore del suo scooter. Negli ultimi mesi, la stele è stata vandalizzata sempre più spesso. L’episodio più eclatante è senza dubbio la sparizione della sciarpa del Napoli che fu legata all’albero dagli amici di Paolino nei giorni successivi alla sua tragica morte. Era lì da 19 anni, ma di recente, qualcuno l’ha “scippata”. Saranno i carabinieri di Cercola che si stanno occupando di questa triste vicenda a far luce sui fatti e a stabilire un eventuale collegamento tra i continui raid alla stele e quanto accaduto al cimitero.
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