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23 Maggio 2022 - 07:00
LE INDAGINI Moto contro i tavoli e aggressioni, al vaglio le immagini delle telecamere della zona. Vi sarebbero anche new entry direttamente dal carcere
NAPOLI. Un nuovo clan, riconducibile ai Mazzarella ma con alcune new entry provenienti direttamente dal carcere. Ecco il retroscena degli ultimi due gravi episodi in zona Decumani: prima la moto lanciata contro i tavolini del ristorante “Cala la Pasta” in via Tribunali e poi il raid violento ai danni dei titolari dell’altro locale, sempre di ristorazione, “Mannesi Terra Mia” in via Carminiello ai Mannesi. Vicende avvenute a distanza di poche ore e di pochi metri, forse commesse dallo stesso gruppo di malavitosi su cui si sta appuntando l’attenzione di polizia e carabinieri, capeggiato da un pregiudicato tornato da poco in libertà. Al momento è un’ipotesi investigativa e non una certezza, ma la pista sarebbe battuta già da diverse settimane. È nota la dinamica di entrambe le vicende, che ha provocato il ferimento di 3 persone tra cui la moglie del titolare di “Cala la Pasta” ancora grave in ospedale. Ma oltre ai fatti in sé, già inquietanti, è stupefacente l’arroganza dei protagonisti che hanno agito a volto scoperto pur sapendo della presenza delle telecamere e accettando il rischio di essere riconosciuti dalle vittime. Una ventina in via Tribunali, una decina in via Carminiello ai Mannesi, sui quali graverebbe il sospetto di far parte della nuova formazione malavitosa collegata ai Mazzarella. Un clan storicamente interessato agli affari illeciti del centro storico: una volta traffici di droga e poche estorsioni, ma ora soprattutto legati al business derivante dal boom turistico. La camorra sta cercando di inserirsi direttamente aprendo locali, soprattutto riservati ai giovani che amano il rito dello spritz, o chiedendo il “pizzo”. Da ciò deriverebbe il pesante clima di intimidazione tornato nei vicoli nelle ultime settimane, in particolare dal periodo pasquale. Le denunce e le immagini della videosorveglianza sono oggetto di indagini da parte dei poliziotti della squadra mobile della questura e dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dai pm della procura antimafia. I quali già dal 2021 hanno più volte sottolineato come diversi accadimenti abbiano favorito l’ascesa, o meglio un ritorno alla grande, del clan Mazzarella nel centro storico. Innanzitutto le due inchieste sui Sibillo che hanno decapitato l’organizzazione con base ai Decumani, poi gli arresti che hanno colpito i nuovi Giuliano e infine la decisione di collaborare con la giustizia di Salvatore Giuliano che aveva preso le redini del clan di Forcella per riorganizzarlo. Successivamente al clamoroso pentimento alcuni affiliati, per timore di agguati o di essere coinvolti dalle dichiarazioni di “o’ russ” si sono addirittura allontanati dal quartiere. Si legge in un’ordinanza di custodia cautelare: “il clan Mazzarella starebbe ulteriormente consolidando la propria egemonia nei quartieri di Forcella, Maddalena, Tribunali, Decumani e Luzzatti sfruttando i legami con i gruppi presenti sul territorio: a Porta Capuana attraverso i PapiIafulli; , a “Carbonara” con i Buonerba”.
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