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25 Maggio 2022 - 07:11
Rito alternativo per i narcos di Napoli Est, il pentito Costabile pronto a rendere nuove accuse
NAPOLI. Superata la tappa del giudizio immediato, i ras del clan Silenzio di Napoli Est chiedono di essere giudicati con il rito abbreviato puntando, in caso di condanna, a un sostanzioso sconto di pena. Il processo di primo grado si preannuncia ad ogni modo infuocato. Nell’udienza celebrata ieri mattina il neo collaboratore di giustizia Antonio Costabile “’o cerrano” (nella foto a destra) ha espresso la volontà di rendere alcune, nuove dichiarazione spontanee: cosa che avverrà nella prossima udienza. Il gip ha invece respinto la richiesta di abbreviato condizionato avanzata dagli imputati Giovanni Ranavolo (nella foto a sinistra) e Salvatore Mauro, mentre ha accolto quella di Antonio Morra. Concluse le indagini preliminari, a marzo la Direzione distrettuale antimafia ha chiesto il giudizio immediato per ventitré ras e affiliatidella temibile cosca con base al Bronx di San Giovanni a Teduccio.
Dopo la retata del novembre scorso, i primi a sfilare in aula saranno Sergio Acampora, il pentito Antonio Costabile, Pasqualina Di Leo, Ferdinando Di Pede, Tobia Esposito, Mariglen Lazri, Vincenzo Marigliano, Salvatore Mauro, Antonio Morra, Demetrio Morra, Luigi Pagano, Raffaele Pane, Salvatore Prisco, Giovanni Ranavolo, Claudia Rizzo, Alfonso Silenzio, Chiara Silenzio, Francesco Pio Silenzio, Leandro Silenzio, Pacifico Silenzio, Salvatore Silenzio e Vincenzo Silenzio. Toccherà poi al collegio difensivo (avvocati Antonio Abet, Giuseppe Milazzo, Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone, Salvatore D’Antonio, Salvatore Operetto, Salvatore Impradice, Mario Griffo, Mauro Zollo e Antonio Cardillo) stabilire la strategia da portare avanti nelle prossime udienze Agli atti dell’indagine c’era soprattutto la drammatica vicenda dell’assassinio di Annamaria Palmieri. Un’esecuzione in piena regola, avvenuta a sangue freddo e con l’unico intento di lanciare un avvertimento a prova di equivoco ai nuovi rivali della famiglia Formicola. Antonio Costabile, alias “’o cerrano”, pusher al servizio dei Silenzio pentitosi pochi mesi fa, è stato l’uomo che con le proprie rivelazioni ha contribuito più di tutti a far luce sul brutale omicidio di Palmieri, assassinata con sei colpi di pistola il 22 gennaio del 2018 nel cuore del Bronx di San Giovanni a Teduccio: «Il clan Silenzio si è staccato dal clan Formicola dopo l’uscita dal carcere di Francesco Silenzio, tradito dalla moglie Susetta Formicola.
È accaduto il 2 dicembre del 2017», ha subito chiarito l’ex affiliato il 15 marzo scorso. Il nocciolo di quella deposizione è rappresentato dalla ricostruzione del delitto e parte dai nomi e cognomi dei presunti responsabili: «Hanno partecipato Demetrio Morra, Pasquale Noto, Francesco Pio Silenzio, Alfonso Silenzio, io, Raffaele Granata, Francesco Silenzio». Proprio quest’ultimo «quando è uscito dal carcere aveva bisogno di soldi. Quel giorno mi ha mandato a chiamare Annamaria e ho parlato con Rita, la compagna di Annamaria, che mi disse che l’avrebbe fatta venire da Francuccio. Annamaria venne, parlò con Francuccio e se ne andò, ma non so cosa si siano detti nelle scale al primo piano scala D». Qualcosa nelle fasi immediatamente successive è però andato storto e di lì al massacro il passo è stato breve.
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