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30 Maggio 2022 - 07:00
Marco Bevilacqua aveva disarmato un vigilante. Arriva fuori a un bar con una bici elettrica ed esplode sei colpi
QUALIANO. «Lui è Marco Bevilacqua (nella foto a destra) e tutti vorrebbero sapere perché ha sparato a Qualiano. Noi invece vorremmo sapere perché era libero, visto che nel 2006, a 20 anni, aveva ammazzato il suocero. Qualcuno spiegherà mai ai ragazzi che sono in pericolo di vita, ai loro genitori e alla comunità nazionale per quale motivo chi commette reati gravi in Italia non subisce quasi mai condanne adeguate e soprattutto perché poi comunque non le sconta effettivamente? La gente è stanca di tutto questo e anche noi facciamo fatica a continuare ad impegnarci a fondo per poi vedere i risultati del nostro lavoro essere dispersi come polvere al vento, mentre invece le aggressioni nei nostri confronti aumentano sempre più. Lo abbiamo già detto: siamo stanchi». Così Vincenzo Chianese, segretario generale di Equilibrio Sicurezza - Il Sindacato dei Poliziotti, L’uomo, pluripregiudicato, ha precedenti per reati di droga, rapina ed estorsione. Bevilacqua (difeso dall’avvocato d’ufficio Nunzio Mallardo), 37enne di Torre Annunziata, è stato fermato ieri mattina a casa della mamma dai carabinieri dopo i colpi esplosi poco prima della mezzanotte di sabato contro un gruppo di giovani in via Rosselli a Qualiano, all’esterno del bar Nirvana Spritz. Ai tavolini avventori con acqua e caffè e poi loro, che hanno scelto il sabato sbagliato per una tranquilla movida. Sono ricoverati in ospedale in pericolo di vita Michele Di Palma (maggiorenne dal 26 maggio), e Castrese D’Alterio, anche lui 18enne. Gli altri due feriti sono Nicola Di Palma, 19 anni, fratello di Michele, operato in ospedale e ricoverato in osservazione, infine Bernardo Falco, 18 anni, medicato e dimesso.
La dinamica racchiude una tragica follia,mette e fuoco una mente malata e criminale: avvicina un vigilantes in servizio in un distributore di carburanti sempre a Qualiano. Lo minaccia con un coltello e si fa consegnare la pistola.
Poi giunge sul luogo della sparatoria, una bici elettrica. Si ferma in via Fratelli Rosselli, sul marciapiede all'esterno del bar Nirvana Spritz, e spara più volte, (ritrovati sei bossoli cal. 9x21), un colpo si conficca nel vetro dell’adiacente negozio di abbigliamento. Scoppia il panico tra i tanti giovani presenti all'esterno e nel locale, il cui titolare, Giovanni Iovinelli, pensa a una rapina. Sangue e urla. È il fuggi-fuggi. Sembra che il movente siano alcuni dissapori e rancori maturati in passato, anche recente, quindi una vendetta. I carabinieri della sezione operativa di Giugliano (guidati dal capitano Andrea Coratza), insieme a quelli della stazione di Qualiano proseguono nell’eccellente lavoro. Al vaglio le immagini delle telecamere in zona e gli interrogatori dei presenti: primi testimoni il ragazzo miracolosamente scampato alla furia del 37enne e il gestore del bar, lucidissimo a raccontare l’odissea.
È stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord: il mancato killer dovrà rispondere, oltre che di tentato omicidio plurimo, di rapina aggravata, porto e detenzione abusiva d'arma. L’avvocato Mallardo detto di aver visto Bevilacqua come un uomo provato e spaesato, in stato di totale confusione, oltre che impaurito; oggi saprà se il suo assistito deve comparire in giornata o domani per l’udienza di convalida del fermo. Mallardo spiega che ieri l’interrogatorio non c’è stato, nel senso che Bevilacqua (sentito dal pubblico ministero Giuseppe Vitolo, della Procura di Napoli Nord ) si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Altro è scena muta - tene a precisare il difensore - appare collaborativo L’uomo - come detto - aveva ammazzato il suocero a Scafati al culmine di una lite: nel 2008 la Corte d'Assise d'Appello di Salerno, confermando la condanna di primo grado, stabilì che dovesse scontare 14 anni e 4 mesi di reclusione. La condanna divenne irrevocabile l'anno dopo. Bevilacqua ha trascorso alcuni anni in carcere ed è poi stato scarcerato, in libertà vigilata. I carabinieri lo bloccarono dopo un inseguimento di dieci chilometri: era senza patente alla guida di un'auto priva di assicurazione
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