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Bevilacqua confessa l’agguato Il movente: picchiato dai giovani

Bevilacqua confessa l’agguato Il movente: picchiato dai giovani

Uno dei fratelli peggiora ed è in coma farmacologico. Migliora il quarto ragazzo

QUALIANO. «Sì, sono stato io». Troppi testimoni e telecamere perché Marco Bevilacqua, 37 anni, non potesse non confessare il tentativo di uccidere quattro persone all’esterno del bar Nirvana Spritz, nella tragica serata di sabato della scorsa settimana. Un caffè e un po’ d’acqua ai tavolini, null’altro. Castrese D’Alterio, 19 anni, ricoverato in gravi condizioni da ieri mattina è fuori pericolo, mentre Michele Di Palma, 18 anni, è in fin di vita, in coma farmacologico. Poi ci sono Nicola Di Palma, fratello di Michele, e Bernardo Falco, entrambi 18enni, le cui condizioni di salute ormai non destano più preoccupazioni. L’autore del folle gesto, per il momento, non ne spiega il movente. A Qualiano c’è rabbia e sgomento. I presenti, chi è scansato alla mattanza (tra questi il barista Giovanni Iovinelli), hanno ancora vivo negli occhi quel fuggifuggi che non sarà mai più scordato. Il mancato killer è chiuso nel carcere napoletano di Poggioreale, in attesa dell’udienza - oggi alle 11 - di convalida del fermo (una mera “formalità”) davanti al gip di Napoli Nord Vera Iaselli. Sabato si era avvalso della facoltà di non rispondere al pm GiuseppeVitolo. Marco Bevilacqua (che è difeso dall’avvocato d’ufficio Nunzio Mallardo) aveva esploso sei colpi con una pistola calibro 9X21 poco prima rapinata a un vigilante, puntandogli un coltello alla gola. Sin dalle prime ore di domenica mattino l’uomo, scovato a casa della madre, è in stato di fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di tentato omicidio plurimo.

L’agguato, secondo quanto finora trapelato (ma non c’è una confessione), avrebbe avuto un obiettivo preciso: quei giovani feriti, in particolare i due fratelli, con i quali sarebbe entrato “in contatto” una quindicina di giorni fa, per un incidente stradale. Per fare luce su questa circostanza i carabinieri di Giugliano in Campania stanno indagando, in particolre, su quel presunto sinistro: Bevilacqua sarebbe stato picchiato riportando delle lesioni. A colpirlo avrebbero parte anche gli altri due giovani. È comunque solo la pista privilegiata, ce ne sono alcune altre. Dopo l’agguato i militari di Giugliano e di Qualiano sono riusciti a rintracciare il 37enne che probabilmente già era consapevole di avere le ore contate, di essere stato riconosciuto a causa delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e anche da chi aveva assistito al raid compiuto, in sella a una bici elettrica.

Dagli accertamenti degli uomini dell’Arma è che emerso che i fratelli Di Palma (incensurati) sono figli di un elemento di spicco della criminalità locale, scarcerato non da molto tempo, ritenuto dagli inquirenti legato al clan De Rosa-Pianese di Qualiano. Bevilacqua nel 2006, quando aveva 20 anni, fu arrestato e poi condannato per l’omicidio del suocero, avvenuto il 24 gennaio di quell’anno a Scafati al culmine di una lite. Stamani l’avvocato Mallardo leggerà l’informativa dei carabinieri: praticamente impossibile che “passi” ai domiciliari. Una delle carte da giocare è quella dell’infermità mentale. Già il fatto che non sia fuggito e sia reo confesso è qualcosa. 

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