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01 Giugno 2022 - 08:01
Inizia oggi, mercoledì 1 giugno, il processo a carico di Ciro Grillo, figlio di Beppe, e dei suoi tre amici - Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria -. Sono tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa 19enne. I ragazzi si sono sempre difesi dicendo che i rapporti fossero "consenzienti" ma per la Procura, che sarà rappresentata in aula direttamente dal procuratore Gregorio Capasso, la violenza ci sarebbe stata.
I quattro giovani, che non saranno in aula, sono stati rinviati a giudizio lo scorso novembre. "Oggi finalmente ricomincio a respirare", aveva detto attraverso la sua legale, Giulia Bongiorno, la ragazza che ha denunciato lo stupro, dopo avere appreso del rinvio a giudizio dei quattro giovani. "La mia assistita è finita sul banco degli imputati", aveva denunciato la senatrice Bongiorno prima di lasciare il Tribunale.
Sono sette gli ufficiali di polizia giudiziaria che saliranno sul banco dei testimoni: prestano servizio tra Milano e Genova, dove risiedono rispettivamente la vittima e i quattro imputati. Tra questi c'è il luogotenente dei Carabinieri in servizio alla compagnia di Milano Duomo che nell'estate del 2019 ha eseguito la perquisizione e i sequestri a carico di Ciro Grillo, il maresciallo dei Carabinieri che presta servizio al Nucleo operativo di Genova San Martino che ha eseguito le perquisizioni e i sequestri nei confronti di Edoardo Capitta. E ancora, il maresciallo che ha eseguito la perquisizione a casa di Francesco Corsiglia.
Ma quali sono le accuse contro i quattro imputati? "Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno", "afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka" e "costretta ad avere rapporti di gruppo" dai quattro giovani indagati che hanno "approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica" di quel momento. Sono soltanto alcune delle accuse della Procura di Tempio Pausania (Sassari) a carico dei quattro ragazzi della Genova bene. Pagine su pagine di orrori raccontati dalla giovane studentessa italo-norvegese, di appena 19 anni, che avrebbe subito, quel 17 luglio di tre anni fa.
Come si legge nelle carte della Procura "il residence è stato individuato grazie a un selfie scattato" dalla giovane ragazza ed "è riconducibile a Beppe Grillo". Le indagini sono state chiuse per due volte, una prima volta a novembre e una seconda volta a inizio maggio, dopo i nuovi interrogatori dei giovani. E nei mesi scorsi Ciro Grillo è stato riascoltato ma non dal Procuratore, come era accaduto le prime due volte, bensì dai Carabinieri di Genova, su delega del magistrato.
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