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02 Giugno 2022 - 20:44
L’assessore al bilancio uscente: «L’inchiesta sul Rione Terra non inciderà, i cittadini più garantisti di alcuni partiti. Dispiace per la spaccatura del Pd»
POZZUOLI. Doveva essere il candidato unitario di tutto il fronte progressista con Partito demo-cratico, M5S e quasi tutta la sinistra al suo fianco per dare continuità all’amministrazione Figliolia dopo i dieci anni da sindaco del primo cittadino uscente. Il terre-moto dell’inchiesta sul Rione Terra, che ha coinvolto anche la fascia tricolore, ha poi spaccato il fronte progressista. Il Pd non presenta il simbolo e sarà divisio tra chi sostiene Paolo Ismeno, attuale assessore al Bilancio dell’amministrazione Figliolia, e chi sosterrà lo sfidante Gigi Manzoni. Il Movimento 5 Stelle, invece, ha il suo candidato Antonio Caso. Nonostante la spaccatura, Paolo Ismeno (nella foto) è fiducioso e prosegue la sua campagna elettorale per diventare primo cittadino.
Ismeno, la sua candidatura rappresenta la continuità con l’amministrazione precedente. Da quali risultati raggiunti intendente ripartire?
«Ripartiamo innanzitutto da una macchina comunale funzionante. In questi anni siamo stati capaci di ristrutturarla. Ci sono oggi dodici dirigenti, abbiamo effettuato assunzioni e stabilizzato il personale adeguando il Municipio agli standard necessari».
Quali invece i nodi che non sie-te riusciti ad affrontare su cui intervenire?
«Dovremo lavorare per migliorare la viabilità nel centro città. Ma soprattutto dobbiamo lavorare per una vera rigenerazione urbana delle periferie. Sarà questa la grande battaglia. Abbiamo raggiunto dei risultati, ma adesso dobbiamo incrementare il lavoro per dare una nuova vitalità alle periferie».
Parliamo degli aspetti politici con cui si arriva a queste elezioni. Il centrosinistra, e in particolare il Pd, si presenta spaccato. È deluso dal fatto che la segreteria Dem non abbia voluto concederle il simbolo?
«Io mi ero detto disponibile a fare passo indietro per ricompattare il partito e l’intera coalizione, ma non sono stato seguito dal mio competitor.
Non avrei mai voluto la spaccatura. Noi ce l’abbiamo messa tutta per tenere compatto il fronte e sono dispiaciuto che alla fine il partito arrivi spaccato alle elezioni».
Come ha preso, invece, la scelta del Movimento 5 Stelle di correre da solo?
«Il Movimento aveva aderito alla coalizione che sosteneva la mia candidatura. Dopo il caso dell’inchiesta, però, hanno scelto di correre da soli. Non si sono dimostrati davvero garantisti. Credo, a dire il vero, che la scelta sia avvenuta a Roma più che sul territorio. Noi siamo garantisti sul serio, altri lo sono soltanto in alcune circostanze».
Oltre ai risvolti sui partiti, l’inchiesta sul rione Terra, inciderà secondo lei nella partecipazione al voto dei cittadini?
«Non credo. Credo che si dimostreranno più garantisti i cittadini che alcuni partiti. Inoltre penso che un’inchiesta del genere a un mese dalle elezioni potrebbe anche rivelarsi un boomerang. Non credo, comunque, che avrà conseguenze sulle scelte dei cittadini e invito tutti ad esercitare il loro dirittodo-vere di andare alle urne».
La spaccatura del fronte progressista ha fatto sì che alcuni sui compagni di viaggio dell’attuale maggioranza non la sosteranno. Come vive questa “anomalia”?
«Il gruppo che si è schierato contro di me non ha, a mio modo di vedere, un vero filo conduttore programmatico ma soltanto personalistico.
Noi, invece, non ci siamo coalizzati contro qualcuno ma per un progetto. Ci proponiamo di continuare ad amministrare bene la città come è stato fatto fino ad ora».
Dal punto di vista umano cosa rappresenta per lei questa sfida dopo gli anni da assessore?
«Ho lavorato molto in questa città e sono convinto di aver fatto un lavoro. D’altronde sia durante la campagna elettorale che precedentemente ho trovato riscontro anche nelle persone rispetto al lavoro fatto e questo rappresenta per me la più grande soddisfazione. Se non avessi portato a casa dei risultati e non avessi avuto questo riscontro dai cittadini, non mi sarei candidato».
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