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Sorelle sfregiate con l’acido, Francesca Pirro resta dentro

Sorelle sfregiate con l’acido, Francesca Pirro resta dentro

NAPOLI. Fermo convalidato con contestuale emissione di custodia cautelare. È questa la decisione del gip al termine dell’udienza di convalida che si è tenuta ieri nel carcere di Pozzuoli per Francesca Pirro, la zia 20enne delle sorelle Elena e Federica sfregiate dall’acido muriatico lunedì notte in corso Amedeo di Savoia. L’indagata ha ribadito quanto aveva dichiarato nell’interrogatorio in questura conclusosi con l’arresto. Ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, deve rispondere di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, reato che prevede una pena fino a 14 anni. «Non sono stata io, abbiamo litigato e poi me sono andata in scooter con la mia amica. Chiedete a chi era con me, confermeranno tutto», ha sostenuto con decisione.

Per l’avvocato Bernardo Scarfò, che ha già annunciato il ricorso al Riesame, non c’erano elementi concreti per un provvedimento restrittivo. Dal video in possesso degli inquirenti, sottolinea il penalista, non si vede nessuna bottiglietta né il presunto lancio. Per cui resterebbe in piedi l’ipotesi del diverbio terminato con una colluttazione, non ripresa da immagini, per cui le gocce il micidiale acido muriatico involontariamente sarebbe finito sulle guance delle giovani donne. Invece gli investigatori della Squadra mobile del la questura ricostruiscono diversamente la vicenda, ritenendo che Francesca Pirro abbia agito con dolo. Comunque al momento si preannuncia, se ci sarà il rinvio a giudizio, un processo indiziario.

Le vittime hanno puntato il dito contro la zia e la circostanza avrà importanza ma potrebbero diventare decisive le testimonianze di coloro che quella notte si trovavano in compagnia dell’indagata. Francesca Pirro, incensurata della Sanità, da tempo litigava con le due sorelle e non ha negato di trovarsi in corso Amedeo di Savoia al momento del terribile episodio. Tra l’altro non poteva perché gli investigatori della Squadra mobile della questura e del commissariato San Carlo Arena, avevano già acquisito un video della sorveglianza in cui si osserva una breve scena: la Pirro arriva guidando un motorino, si ferma e lo lascia a un’amica, che sarebbe già stata identificata, e con il casco in mano raggiunge Elena e Federica ferme a poche metri. Tra le 3 ragazze inizia il litigio e poi non ci sono più immagini.

Per la difesa gli indizi a carico dell’indagata sono labili, per l’accusa la giovane donna è invece caduta in diverse contraddizioni e non convince l’affermazione che l’acido fosse in possesso di Elena e Federica, che in questo caso avrebbero attirato in una trappola la zia, tanto più che la 20enne è l’unica a non essere stata colpita dal liquido. Il movente di questa terribile vicenda sarebbe la vendetta per i litigi avvenuti all’interno della famiglia allargata fino alla Smart incendiata e alle due volte in cui Elena e Federica hanno picchiato Francesca. Loro stesse lo hanno dichiarato al procuratore aggiunto Falcone e al pm Giulia D’Alessandro nel corso dell’interrogatorio.

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