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07 Giugno 2022 - 19:48
Un messaggio su Whatsapp in cui ci si lamenta degli eventi che si svolgono a "Casa Mehari", bene confiscato alla criminalità che deve il suo nome all'auto guidata da Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra nel 1985. È quanto denunciato dal sindaco di Quarto, Antonio Sabino, che ha informato i Carabinieri e la Procura.
«Nel giorno della consegna di un altro immobile confiscato e del corso di formazione per i giornalisti a Casa Mehari - spiega Sabino - ci è arrivato un messaggio whatsapp nel quale si legge testualmente: “A Quarto (Na) in via Nicotera ogni 15 giorni siamo impossibilitati (e sequestrati) di uscire di casa per gli eventi che si svolgono in una casa del Comune di Quarto (...) il caso è abbastanza grave e di assoluta mancanza di rispetto per gli altri residenti". Insieme al nostro Responsabile beni confiscati abbiamo immediatamente informato i carabinieri e la procura per il tenore di questo messaggio, in cui è evidente che velatamente si percepisce il fastidio di qualcuno per le iniziative di legalità con le forze dell'ordine che stiamo facendo e si evoca una strana “mancanza di rispetto". Tutto al vaglio della magistratura».
Secondo Sabino «si tratta di un brutto messaggio, che guarda caso arriva un minuto dopo la fine dell'evento di questa mattina con l'Ordine dei giornalisti. Ma noi andiamo, ovviamente, avanti, con il sostegno delle associazioni, delle scuole, dei tanti giovani che stanno usando i molti beni confiscati che abbiamo e stiamo assegnando. Il rispetto lo portiamo per la legalità e per gli uomini e le donne che hanno fatto il loro dovere civico. Non per altri», conclude Sabino.
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