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08 Giugno 2022 - 16:51
«Abbiamo deciso di fare gli stati generali sull'ambiente per fare il punto della situazione in Campania. In questi anni sono stati fatti passi in avanti straordinari sul ciclo dei rifiuti urbani, siamo riusciti a eliminare per un terzo la sanzione europea ed entro l'anno la elimineremo completamente. Gli impianti vanno fatti senza chiacchiere inutili così come va fatta la rete programmata di manutenzione dell'impianto di Acerra per non avere i rifiuti per strada». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso della prima giornata del “Green Med Symposium” in corso alla stazione Marittima di Napoli, evento promosso da Ricicla.tv ed Ecomondo con la partnership della Regione Campania.
«Dobbiamo concludere il lavoro impostato – ha proseguito De Luca -, abbiamo fatto l'80 per cento del lavoro, manca ancora un anno e mezzo per liberare la Campania di tutte le ecoballe. In questi anni nessun Paese ha voluto più raccoglierle, dobbiamo completare questo lavoro facendo l'impiantistica necessaria e lasciare a chi verrà dopo di noi una regione civile e ambientalmente ecosostenibile».
«Accanto allo sviluppo della raccolta differenziata, che ha punte di eccellenza come a Cosenza, c'è la necessità di chiudere il cerchio con la realizzazione degli impianti perché questo materiale va riciclato per dargli una seconda vita. Dallo studio che abbiamo fatto, al Sud mancano 165 impianti, 38 in Campania, però con i fondi del Pnrr siamo confidenti che si riuscirà a colmare questo gap e superare gli obiettivi di riciclo», ha sottolineato nel suo intervento il presidente del Conai Luca Ruini.
Punta sul tema della formazione in ambito ambientale il presidente Ispra, Stefano Laporta: «Si tratta di un tema molto importante alla soglia del Pnrr perché abbiamo la necessità di sviluppare anche un sistema di operatori che siano in grado di affrontare dal punto di vista tecnico le sfide che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci impone. Ci si è trovati di fronte a una situazione imprevista dal punto di vista dei procedimenti, dei progetti e delle attività che dobbiamo mettere in campo. Tra l'altro, c'è una tempistica limitata per utilizzare i fondi come mai in passato ed è fondamentale ricordare che queste risorse non ci vengono regalate ma ne dobbiamo rendere conto all'Unione europea e pertanto la formazione degli operatori è ancor più rilevante affinché possano contribuire a realizzare questi processi secondo tempistiche e modalità che non erano mai state sperimentate».
«Quest'evento è appena agli inizi sulle grandi tematiche dell'ambiente che hanno declinazioni numerosissime e che hanno una specificità di carattere territoriale che non va sottovalutata. Questo evento deve consolidarsi ed affermarsi su un piano distinto da Ecomondo di Rimini, e ha grandi potenzialità davanti a sé. Produrremo un grande impegno per dare vita ad un progetto che riesca a cogliere tutta la distinzione che esiste da parte del grande territorio del Sud Italia e a trovare una identità di carattere specifico, rivolto anche ai Paesi del Sud», ha commentato Lorenzo Cagnoni, presidente Ieg Expo.
«Quest'anno – ha spiegato Monica D'Ambrosio, direttrice di Ricicla.tv - siamo tornati in presenza con dibattiti, convegni, seminari e con mostre, laboratori per provare a coinvolgere tutti i cittadini e spiegare loro che industria, istituzioni, territori devono andare d'accordo se vogliamo approfittare della grande possibilità che ci offre il Pnrr. Con questa iniziativa vogliamo candidare Napoli come capitale della ripartenza del Mezzogiorno».
I DATI. Nel corso della prima giornata del Green Med Symposium in corso alla Stazione Marittima di Napoli, sono stati illustrati alcuni dati relativi al Pnrr. Quasi cento mini isole ecologiche intelligenti, 6 centri comunali di raccolta di grandi dimensioni, 67 Comuni con 1,9 milioni di abitanti coinvolti da interventi Conai: sono alcuni dei numeri, riferiti alle regioni Campania, Calabria, Sicilia, resi noti dal Conai nel rapporto “Pnrr, principali attività e risultati: il Conai al fianco dei Comuni del centro-sud”. In relazione ai rifiuti urbani, nel triennio 2023-2026 il Conai ha previsto un aumento medio della raccolta differenziata pari al 32% rispetto al 2019 e 753.579 tonnellate\anno in più di rifiuti differenziati raccolti (al 2026) rispetto al 2019. È stato altresì posto l'accento anche sul delicato tema dei rifiuti speciali che rappresentano la maggiore quantità di rifiuti prodotti. Secondo dati di Assoambiente nel 2019 (ultimi dati disponibili per i rifiuti speciali) la produzione di rifiuti in Italia ha superato quota 193 milioni di tonnellate: di questi ben 163 milioni sono speciali (cioè provenienti da attività industriali) e circa 30 milioni sono urbani. I primi rappresentano quasi l’85% della produzione complessiva di rifiuti, oltre 5 volte gli urbani, un dato che conferma la rilevanza strategica, in termini sia economici che ambientali, di un loro trattamento in Italia. L’assenza sul territorio nazionale di un’adeguata rete di impianti di trattamento costringe il nostro Paese ad esportare ogni anno ingenti quantitativi di questa tipologia di rifiuti che all’estero viene trasformata in nuove materie prime e in energia. Già oggi si evidenzia un fabbisogno impiantistico superiore a 10 milioni di tonnellate di rifiuti/anno e un fabbisogno cumulato nei cinque anni (2021-2025) pari a circa 34 milioni di tonnellate. Un gap che costa al Paese circa 1 miliardo di euro l’anno.
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