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Omicidio Moccia, tutti assolti

Omicidio Moccia, tutti assolti

Scambio di killer tra gli Abbinante e gli Amato-Pagano, caso chiuso dopo sei processi: salvi i boss della faidaAScambio di killer tra gli Abbinante e gli Amato-Pagano, caso chiuso dopo sei processi: salvi i boss della faida

NAPOLI. L’estenuante pin pong giudiziario che avrebbe dovuto fare luce sull’omicidio di Giovanni Moccia, assassinato a Calvizzano il 27 settembre 2007 nell’ambito di uno scambio di “favori” tra i clan Abbinante e Amato-Pagano, si conclude con l’ennesimo, ma soprattutto clamoroso, colpo di scena. La Quarta Corte d’assise d’appello di Napoli, chiamata al terzo pronunciamento dopo il recente annullamento disposto dalla Cassazione, ieri mattina ha cancellato le cinque condanne all’ergastolo in precedenza inflitte ai presunti mandanti ed esecutori materiali dell’agguato.

Accuse definitivamente in frantumi, dunque, per il ras Guido Abbinante (difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Romolo Vignola), Giovanni Carriello (difeso dagli avvocati Claudio Davino e Antonella Genovino), Salvatore Baldassarre “’o demonio” (difeso dall’avvocato Claudio Davino), già condannato per l’omicidio dell’innocente Lino Romano, Giovanni Esposito “’o muort” (anch’egli assistito dal penalista Davino) e Paolo Ciprio. Determinanti ai fini del verdetto, come emerso già in alcuni dei precedenti gradi di giudizio, si sono rivelate le gravi incongruenze emerse dalle testimonianze rese negli anni dal collaboratore di giustizia Giovanni Piana, scampato all’agguato in cui perse la vita Giovanni Moccia e gettatosi subito dopo tra le braccia dello Stato. Il “botta e risposta” tra la Corte di Cassazione e la Corte d’assise d’appello andava del resto avanti ormai da diversi anni: per l’esattezza da quando giunse al termine il primo processo di secondo grado. In quel frangente, dando ampio accoglimento alle argomentazioni del collegio difensivo, i giudici avevano infatti cancellato tutte le condanne all’ergastolo inflitte in primo grado, sostituendole con altrettante assoluzioni. Vale tra l’altro la pena ricordare che proprio dopo quel verdetto gli imputati, a eccezione di Guido Abbinante, tornarono a piede libero. La Procura non mollò comunque la presa e impugnò la sentenza ricorrendo per Cassazione.

Per la celebrazione di un nuovo processo sarebbe stato però necessario attendere ancora molti anni e alcuni degli imputati ebbero modo di macchiarsi di altri gravi fatti di sangue, come nel caso del sicario Baldassarre, che nel 2012, nel pieno della terza faida di Scampia, uccise l’innocente Lino Romano per uno scambio di persona. Solo in seguito gli Ermellini disposero la celebrazione di un nuovo processo in Corte d’assise d’appello e stavolta fu la Direzione distrettuale antimafia a spuntarla, ottenendo ancora una volta cinque ergastoli. L’ennesimo ricorso, stavolta da parte del collegio difensivo, non si fece attendere e nel marzo del 2018 la Suprema Corte ribaltò nuovamente il verdetto, disponendo la celebrazione di un nuovo giudizio di secondo grado. Al termine di un estenuante tira e molla giudiziario, ieri mattina è stata finalmente posta la parola “fine” all’estenuante iter processuale: assoluzione definitiva per Salvatore Baldassarre, Giovanni Esposito, Giovanni Carriello, Paolo Ciprio e Guido Abbinante. E il volto di chi assassinò Giovanni Moccia potrebbe restare ancora a lungo avvolto nel mistero.

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