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13 Giugno 2022 - 08:02
Il Provveditorato scrive alla Procura: «Pronti a tutelare la comunità scolastica»
NAPOLI. Processo dietro l’angolo per la maestra della scuola primaria “Giuseppe Quarati” accusata di aver abusato sessualmente di una sua alunna, una bimba di appena nove anni. Dopo mesi di delicate indagini e strazianti incidenti probatori finalizzati all’acquisizione della testimonianza della giovanissima vittima, la Procura - come anticipato ad aprile dal nostro giornale - aveva dichiarato concluse le indagini preliminari. In seguito il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha chiesto il rinvio a giudizio per l’insegnante in servizio presso la nota scuola del Vomero e il gup ha fissato l’udienza preliminare per la fine di questo mese: tappa giudiziaria fondamentale, che, salvo clamorosi colpi di pena, potrebbe fare da apripista per il successivo iter dibattimentale. Intanto, dopo un lungo e pesante silenzio, anche l’Ufficio scolastico regionale per la Campania sembra finalmente essersi attivato per far luce sulla vicenda.
Il dirigente Vincenzo Romano ha infatti scritto alla Procura della Repubblica al fine di essere messo al corrente di «eventuale provvedimenti cautelari adottati nei confronti dell’insegnante, comunicando altresì se è stata esercitata l’azione penale al fine di procedere all’eventuale formalizzazione di provvedimenti amministrativi di propria competenza, nonché per tutelare la comunità scolastica». L’ufficio inquirente, dal canto suo, ha risposto affermativamente, confermando che di aver esercitato l’azione penale nei confronti dell’imputata «per l’ipotesi di reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una minore». Dalla lettura del capo di imputazione formulato a carico della donna si apprende infatti che «in qualità di maestra della minore, nonché di amica di famiglia, in più occasioni, quando rimaneva da sola in casa con la bambina affidata alle sue cure dai genitori che uscivano, compiva atti sessuali».
La piccola, stando a quanto raccontato agli inquirenti e ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, sarebbe stata infatti toccata nelle parti intime, dopodiché la maestra le avrebbe chiesto di fare altrettanto con lei. Una sequenza di eventi raccapriccianti, andata avanti dal settembre 2020 al giugno 2021, le cui conseguenze non si sono purtroppo fatte attendere. I genitori della bimba, per mesi ignari dell’orrore che si era consumato tra le loro mura domestiche, hanno iniziato poi a notare che la piccola aveva cominciato a soffrire di insonnia, rimanendo sveglia fino a notte fonda. La circostanza viene inizialmente ricondotta allo stress dovuto alla pandemia, ma ad agosto la famiglia trascorre una vacanza in Calabria ed ecco che il dramma prende forma. La bimba piange a dirotto, fa il nome dell’insegnante e urlando dice di odiarla. La piccola, terrorizzata, riferisce ai genitori che la donna le aveva chiesto «di farle vedere se era diventata “signorina”», come si apprende dalla querela sporta dalla coppia il 9 settembre scorso. Nelle sere successive la bimba trova il coraggio di fornire altri dettagli e circostanzia gli episodi di violenza di cui era stata vittima. Di lì a breve si accendono i riflettori dei pm e per la piccola e i suoi genitori la fine dell’incubo potrebbe adesso essere davvero vicina
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