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14 Giugno 2022 - 20:40
NAPOLI. Rapinato del suo cellulare dietro la minaccia di un coltello in pieno centro, per quello che è il milionesimo episodio delinquenziale in città. Una serata spensierata rovinata dall'ennesimo atto delinquenziale, frutto di una deriva incontrollata. A vivere momenti di terrore Stefano un ragazzo di 15enne napoletano. L'episodio si è verificato nella prima serata di sabato nei pressi del Museo Nazionale in un luogo e in un momento della giornata affollato di persone. A raccontare il papà del giovane, Pietro R.
«Stando a quanto mi ha detto, mio figlio si trovava attorno alle 19.30 di sabato nella zona del Mann seduto su una panchina in attesa di un suo amico. Aveva il cellulare in mano chattando quando è arrivato quest'uomo che gli ha messo una mano sul telefonino. Stefano ha cercato di trattenere questo individuo che però, per tutta risposta, gli ha puntato un coltello contro. A quel punto mio figlio ha alzato le mani e lasciato il cellulare per non rischiare la sua incolumità».
Ma c’è anche il sequel. Nonostante la rapina fosse andata a segno, l'uomo ha dato ulteriore prova del suo agire. «Stefano – prosegue nel racconto il suo papà - dopo aver subito il furto del proprio cellulare si è alzato dalla panchina per chiedere aiuto e avvisare noi della famiglia. Ma il rapinatore, non appena si è voltato, ha creduto che mio figlio volesse inseguirlo e gli ha anche lanciato un'occhiataccia facendogli capire che non gli conveniva. A quel punto Stefano ha deciso di fermarsi alzando nuovamente le mani impaurito».
A dare una mano al giovane, alcuni ventenni che transitavano in zona. Uno di loro gli ha prestato un cellulare con il quale l'adolescente ha potuto chiamare il padre e far rientro a casa. Il papà ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri: «Ciò che pure ci ha lasciato interdetti è che a compiere una rapina ai danni di un ragazzino sia stato un uomo di oltre quarant'anni, secondo quanto ha ricostruito Stefano. In altri casi si è assistito a episodi del genere, pur molto gravi, però tra coetanei nella logica del più forte che prevale su un altro magari di altra pasta. Fa specie che a rovinare un sabato sera di divertimento a un adolescente sia stato un adulto. C’è ancora un mercato attivo dei cellulari che vengono rivenduti al mercato nero».
In ogni caso, «il clima che si respira a Napoli è questo e non è certo positivo. La pericolosità è arrivata a livelli altissimi, per un genitore è un dramma: prima una mamma e un papà erano contenti che i figli socializzassero, ora quando escono hanno l'ansia che possa succedergli qualcosa. In queste settimane la Prefettura di Napoli con il sindaco Gaetano Manfredi e i vertici delle forze dell'ordine hanno tenuto diverse riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza con l'obiettivo di prevenire gli atti di violenza con progetti per i ragazzi e l’aumento delle telecamere di videosorveglianza. Ma il sentimento di Pietro, come di tanti genitori di ragazzi per bene di questa città, è però quella di una generale insicurezza nonostante l'impegno indubbio delle istituzioni.
«Apprezziamo il loro lavoro, ma noi genitori non ci sentiamo sicuri. La rapina a mio figlio è successa alle 19.30 e non alle 2 di notte. A quell'orario ci si aspetterebbe un minimo di controllo, anche perchè episodi del genere non si contano più. Oltre a un figlio di 15 anni, ho una figlia di 18 anni che si spaventa a scendere anche il tardo pomeriggio figuriamoci di sera. Ciò significa che noi genitori siamo costretti ad accompagnare i nostri ragazzi ovunque per farli stare più sereni. Ma, così, non si può andare avanti».
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