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Il marito è imparentato con Arturo, il giovane trafitto alla gola nel 2017

Il marito è imparentato con Arturo, il giovane trafitto alla gola nel 2017

Non si trovava durante l'aggressione

NAPOLI. Un dramma nel dramma per una famiglia a dir poco sfortunata. Il marito della 61enne dottoressa uccisa ieri a Mezzocannone è lo zio del giovane Arturo, il ragazzino che, aggredito nel 2017 da una gang di teppisti in via Foria, ha rischiato di perdere la vita dopo essere stato accoltellato alla gola. Superata quella tragedia, la famiglia si è purtroppo ritrovata a dover fare i conti con un nuovo, inspiegabile fatto di sangue. Una vicenda, quella consumatasi ieri nel cuore del centro storico di Napoli, che ha lasciato sotto cho amici, parenti e colleghi della vittima: «Ho sentito tanti suoi colleghi che riferiscono di una collega stimata sotto il profilo professionale e umano; siamo sconvolti», dichiara a caldo Ciro Verdoliva, direttore generale Asl Napoli 1 Centro. Quanto ai fatti avvenuti nel tardo pomeriggio di ieri a Mezzocannone, al momento del delitto il padre del 16enne non si trovava in casa e dunque non ha potuto fare nulla per evitare l’aggressione che ha ucciso la consorte. L’uomo, anch’egli medico, neurologo in servizio presso un importante ospedale cittadino, è stato rintracciato dalla polizia a delitto ormai consumato. Quando ormai era purtroppo troppo tardi.

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