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Uccisa a coltellate dal figlio, il giovane crolla: «Adesso andrò all’inferno»

Uccisa a coltellate dal figlio, il giovane crolla: «Adesso andrò all’inferno»

NAPOLI. «Che cosa ho fatto... andrò all’inferno. Volevo bene a mamma, ora come potrò vivere senza di lei?». Il tentativo di difendersi dall’accusa di aver ucciso Filomena Galeone è durato poco. Poi ieri notte il figlio 16enne è crollato e tra i singhiozzi ha confessato l’orribile delitto dicendosi pentito. «Non so cosa mi abbia preso, ho perso la testa perché mi stava sgridando per vari motivi». In particolare, è emerso dall’interrogatorio con il pubblico ministero nella caserma Raniero della polizia, la neuropsichiatra s’era arrabbiata per la ricarica eccessiva alla Play Station. S., senza il suo permesso, aveva speso 100 euro. A ciò si è aggiunto che la cameretta era in disordine e rimproveri sono diventati due nello stesso pomeriggio. A quel punto è scattato il raptus omicida. Il prologo alla tragedia dell’altro ieri sera starebbe dunque nell’arrabbiatura di Filomena Galeone. Il ragazzo, una volta che ha confessato, si è come liberata e pur tra le lacrime ha raccontato lucidamente cos’era accaduto in quei terribili minuti tra le 18 e 30 e le 19 e 44, quando è uscito fuori al balcone chiedendo aiuto: «Mamma si è uccisa, ora sta sul letto e non respira più. Ho cercato di fermarla, ma non ci sono riuscita». Assistito dagli avvocati Ilaria Criscuolo e Flavio Ambrosino, S. è partito dal motivo del litigio con la madre, sempre più violento. «Mi ha sgridato perché avevo ricaricato di 100 euro la mia Play Station senza il suo permesso. Mamma era generosa e non lo diceva per i soldi. Io ho risposto che l’avevo fatto perché finita la scuola ho molto tempo libero e non pensavo lei si arrabbiasse». La donna insisteva nel rimprovero e il 16enne (che tra pochi giorni ne compirà 17) ha iniziato a innervosirsi rispondendo sempre in malo modo alla donna. I toni di voce alti sono diventati urla, come hanno testimoniato due vicini di casa interrogati dalla polizia. Fino a quando S., in maniera del tutto inattesa non avendo mai dato segni di violenza in famiglia, è corso in cucina e con un coltello affilato ha raggiunto la madre che nel frattempo era entrata in camera da letto. Come una furia si è avventato su di lei, che avrebbe avuto il tempo di capire cosa stava succedendo ma non di mettersi in salvo. Il minorenne l’ha colpito una quindicina di volte tra il torace e l’addome, vittima di un inarrestabile raptus. Poi è tornato in sé, ha compreso l’enormità del gesto compiuto e disperato è uscito fuori al balcone cercando ingenuamente di far credere a un suicidio. Il fermo a suo carico è stato emesso dal pubblico ministero intorno alle due di ieri, in piena notte dunque, e ora il ragazzo si trova nel Centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. Le indagini sono state compiute dai poliziotti del commissariato Decumani, che l’altra sera hanno rintracciato anche il padre del piccolo (anch’egli neuropsichiatria, fuori casa per lavoro quando si è consumato l’omicidio della moglie) e l’hanno sentito. Sarebbe venuto fuori il ritratto di un giovanissimo tranquillo, bravo a scuola e ben inserito nell’ambiente degli amici. Nato in Lituania, la coppia lo aveva adottato all’età di cinque anni e parla benissimo l’italiano.

Nella foto il momento in cui il 17enne, dopo l’omicidio, si è affacciato sul balcone di casa; nel riquadro la vittima Filomena Galeone

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