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Uccisa a Napoli dal figlio, i colleghi: «L’amore di madre potrà perdonare»

Uccisa a Napoli dal figlio, i colleghi: «L’amore di madre potrà perdonare»

NAPOLI. «L’amore ti ha uccisa. Il Distretto è sconvolto. Il tuo amore di mamma può perdonare e salvarlo». Sono parole stracolme di dolore, quelle con cui ieri mattina i colleghi dell’Asl di piazza Nazionale hanno voluto omaggiare e salutare Filomena Galeone, la psichiatra assassinata mercoledì sera dal figlio 16enne. I medici e gli operatori del Distretto 33 erano tutti molto legati alla vittima, stimata nell’ambiente e sempre attenta e professionale nei confronti dei pazienti, e per questo motivo hanno prima organizzato una commemorazione nell’ufficio della 61enne, il cui ricordo è stato omaggiato con dodici rose rosse e un commovente biglietto incentrato sul tema del perdono (nella foto); qualche ora più tardi, a mezzogiorno, gli oltre cinquanta colleghi di tutte le unità operative hanno osservato un minuto di silenzio.

Momenti drammatici, ancora impressi nei pensieri del dottor Giuseppe Guadagno, direttore responsabile del Distretto 33 dell’Asl Napoli 1. Il dirigente, appresa la notizia del delitto nella serata di mercoledì, non nasconde lo choc: «Mena era una donna molto riservata sulla vita privata, ma nulla lasciava in qualche modo pensare che potesse succedere una cosa del genere. Conoscevo la dottoressa Galeone dall’agosto 2016, quando ho preso servizio nella sede di piazza Nazionale e quello che posso dire è che era una persona e una professionista impeccabile. Una donna elegante e austera, che svolgeva con estrema dedizione un lavoro molto delicato. Aveva un grande senso dell’istituzione per la quale prestava servizio».

Il direttore Guadagno ricorda poi un piccolo episodio che riguarda il figlio della donna: «L’ho incontrato circa un anno fa e quello che mi colpì fu il fatto che durante la conversazione non avesse mai incrociato il mio sguardo. Era, in un certo senso, un ragazzo particolare». Il futuro, intanto, è un grande punto di domanda: «Mena era una mia fidatissima collaboratrice e sostituirla non sarà affatto semplice. Sicuramente il suo compito dovrà essere frammentato su più unità mediche. Nel frattempo i piace pensare, come ho scritto anche in quel biglietto, che solo l’amore di madre potrà perdonare».

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