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Sicurezza a Napoli, Lamorgese: «invio di forze legato ai concorsi bloccati»

Sicurezza a Napoli, Lamorgese: «invio di forze legato ai concorsi bloccati»

NAPOLI. "Per Napoli lo sforzo che stiamo facendo è massimo e l'attenzione che dedichiamo si vede anche dalle volte che sono venuta in questa città». A parlare è la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, in merito alla questione sicurezza a Napoli ribadendo che l'invio di nuove forze per garantire il controllo del territorio è legato anche ai concorsi  bloccati dalla pandemia. Poi ha annunciato che incontrerà di nuovo i vertici delle istituzioni e delle forze dell'ordine e magistratura per fare il punto della situazione. «Parleremo anche di videosorveglianza  perché credo che sia importante fare il punto sulle videosorveglianza che rappresenta anche un metodo per garantire anche la sicurezza della città. Quindi l'impegno c'è». Infine ha chiuso sottolineando che i rapporti con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi «sono ottimi, professionali e personali. Quindi davvero c'e' la massima collaborazione».

Parlando parlando con i cronisti al suo arrivo al Palazzo Reale di Napoli per la conferenza internazionale sulla Convenzione di Palermo, organizzata dall'Assemblea parlamentare del Mediterraneo, interpellata sul traffico di esseri umani nel Mediterraneo, la ministra ha detto che "Il problema dell'area del Mediterraneo è un problema serio, perché si tratta di contrastare chi utilizza i migranti come fonte di guadagno per organizzare dei traffici illeciti". 

"Dobbiamo considerare - ha aggiunto Lamorgese - che sono Paesi purtroppo in questo periodo instabili, da un po' di tempo a questa parte, parliamo della Libia, della Tunisia. A livello geopolitico c'è una situazione di grande instabilità e questo certamente incide anche sulle facoltà di deterrenza che hanno le autorità locali sul traffico di esseri umani. Il problema è stato posto anche in Europa e noi il 10 giugno in Lussemburgo, con una dichiarazione politica, abbiamo raggiunto un effetto storico. Quello che una volta era l'accordo di Malta oggi è stato approvato come dichiarazione politica in un Consiglio Europeo. Credo che questa sia l'Europa che vogliamo vedere, come l'abbiamo vista quando c'è stata la crisi ucraina dove, all'unanimità, tutti abbiamo votato per l'applicazione della direttiva del 2001 che era chiusa in cassetto da più di 20 anni". 

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