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I boss di Napoli Est all’angolo, chiesti quattro secoli di carcere

I boss di Napoli Est all’angolo, chiesti quattro secoli di carcere

Affondo del pm: rischio stangata per i clan Reale-Rinaldi, Silenzio e Formicola

NAPOLI. Sognavano la conquista del controllo degli affari criminali a San Giovanni a Teduccio e invece rischiano adesso di andare a schiantarsi su una condanna a dir poco “memorabile”. Dopo il maxi-blitz che nel maggio dello scorso anno ha consentito, con l’esecuzione di quasi quaranta arresti, di disarticolare i clan Reale-Rinaldi, Formicola e Silenzio, il processo di primo grado entra finalmente nel vivo con la requisitoria del pubblico ministero: nonostante la scelta del rito abbreviato per i trentadue imputati si profila un verdetto a dir poco esemplare.

La Procura ha infatti chiesto la condanna di tutti gli imputati, per i quali sono stati complessivamente invocati 410 anni di reclusione. A rischiare grosso saranno soprattutto i capi e i promotori delle quattro cosche, per i quali l’accusa ha chiesto pene comprese tra i quindici e i diciotto anni di carcere. Queste, nel dettaglio, le richieste di condanna avanzata dal pubblico ministero fratello innanzi al giudice del rito abbreviato: Ferdinando Di Pede, 13 anni e 6 mesi; Maria Domizio, 15 anni; Gaetano Formicola, 15 anni; Giuseppe Fusaro, 13 anni e 6 mesi; Luigi Gallo (pentito), 6 anni; Ciro Grandioso, 12 anni; Ciro Grassia, 15 anni; Sergio Grassia, 15 anni; Luigi Luongo, 12 anni; Salvatore Luongo, 12 anni; Raffaele Maddaluno, 18 anni e 6 mesi; Vincenzo Marigliano, 12 anni; Michele Minichini, 12 anni; Agostino Notturno, 12 anni; Gaetano Nunziato, 8 anni; Salvatore Nurcaro, 10 anni; Raffaele Oliviero, 15 anni; Giovanni Pagano, 12 anni; Lorenzo Pianese, 15 anni; Antonio Reale “o nennillo” (classe 1990), 15 anni; Antonio Reale “’o cinese” (classe 1991), 15 anni; Carmine Reale, 12 anni; Gennaro Reale (classe 1987), 12 anni; Gennaro Reale (classe 1992), 10 anni; Pasquale Reale, 12 anni; Vincenzo Reale, 12 anni; Ciro Rinaldi “mauè”, 15 anni; Francesco Rinaldi, 10 anni; Tommaso Sannino, 18 anni; Francesco Silenzio, 12 anni; Giovanni Tabasco, 15 anni; Gaetano Tabasco, 10 anni. L’inchiesta culminata nella retata dello scorso anno ha consentito di ricostruire numerose stese, sparatorie in aria di colpi di pistola nei territori dei nemici, alcune compiute addirittura con gli Ak47, ma anche i tentati omicidi di Carmine Improta, Alfonso Mazzarella e Vincenzo Cozzolino, boss del clan Mazzarella.

Cuore pulsante dell’organizzazione era ed è il cosiddetto rione della “46”, il bunker del clan Rinaldi, il cui numero identificativo gli affiliati si facevano tatuare sulla pelle come simbolo di appartenenza. Dall’indagine era emerso poi anche l’uso dei social da parte di numerosi indagati. Proprio sul web si assisteva infatti alla celebrazione dei vincoli camorristici e all’ostentazione dei legami di appartenenza anche nei social. A dir poco corposo l’elenco degli arrestati, tra i quali figuravano alcuni nomi di spicco della mala di Napoli Est: tra loro i ras Ciro Rinaldi “mauè”, Francesco Silenzio, Antonio Formicola, i fratelli Ciro e Sergio Grassia, Salvatore Nurcaro, Antonio Marigliano, Raffaele Maddaluno e i nipoti del boss Carmine Reale.

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