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24 Giugno 2022 - 07:00
LA SENTENZA Le incongruenze dei pentiti salvano gli imputati legati agli Amato-Pagano
NAPOLI. Incongruenze e dichiarazioni non coincidenti dei 4 pentiti: Antonio Accurso, Domenico Esposito, Aruta e Paolo Caiazza. Così si è arrivati, anche se bisognerà leggere le motivazioni della sentenza, alla clamorosa assoluzione in appello dei 3 presunti responsabili del duplice omicidio nel centro estetico di Arzano, compiuto il 26 febbraio 2014, condannati in primo grado all’ergastolo. Un agguato in perfetto stile “Gomorra” per il quale ieri i giudice della IV corte d’Assise di Napoli hanno assolto Renato Napoleone (accusato di essere il mandante), Francesco Paolo Russo detto “Cicciariello” e Angelo Antonio Gambino. Erano difesi dagli avvocati Claudio Davino (che li difende tutti e tre), Domenico Dello Iacono (che assiste Napoleone) e Saverio Senese (Gambino). Napoleone, Russo e Gambino per la procura antimafia sono legati agli Amato-Pagano, in particolare agli Amato, e il duplice omicidio fu inquadrato come un attacco al clan Moccia, di cui allora ad Arzano era referente Ciro Casone. Nella sparatoria, all’interno del centro “Solero”, fu colpito anche Vincenzo Ferrante, vittima innocente. Già nel processo di primo grado i 3 imputati si erano professati innocenti. Di tutt’altro avviso era stata però la pubblica accusa che, sulla base delle rivelazioni fornite dai collaboratori di giustizia, aveva chiesto e ottenuto la pena dell’ergastolo per tutti. Quanto al quadro indiziario, l’ipotesi era che un insospettabile avrebbe aiutato il commando degli Amato-Pagano entrato in azione il 26 febbraio 2014. Ora la sentenza d’appello sostanzialmente riporta le lancette all’inizio delle indagini. C’era stato un momento in cui le investigazioni sul duplice omicidio di Ciro Casone e di Vincenzo Ferrante si erano indirizzate nei confronti di personaggi della malavita organizzata di Afragola. C’è stato un momento, nel corso del quale, le forze dell’ordine avevano provato a cercare personaggi “sensibili”. È accaduto subito dopo l’agguato. Ma quelle ipotetiche persone non vennero mai trovate. Poi la pista scemò, perché le indagini virarono verso il gruppo di Arzano degli Amato-Pagano, gruppo che all’epoca era guidato da Renato Napoleone. È il retroscena emerso durante nel processo in Corte d’assise sul duplice omicidio per il quale in primo grado sono stati condannati Renato Napoleone, Francesco Paolo Russo e Angelo Antonio Gambino. Il particolare fu riferito da un teste di polizia giudiziaria citato dalla Procura. Secondo l’impostazione accusatoria, Casone venne ammazzato su ordine di Renato Napoleone (personaggio di spicco degli Amato-Pagano) per via dell’ambizione di quest’ultimo di accaparrarsi il controllo del racket delle estorsioni ad Arzano sino a quel momento appannaggio della vittima.
Assolti in Appello. Da sinistra Renato Napoleone, Francesco Paolo Russo e Angelo Antonio Gambino
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