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Clan Lepre, cambio al vertice: «Cianciulli è il capo indisccuso»

Clan Lepre, cambio al vertice: «Cianciulli è il capo indisccuso»

Il pentito Salvatore Giuliano: «Tutto iniziò con un pestaggio, io feci da paciere»

NAPOLI. Di scaramucce a colpi d’arma da fuoco tra gruppi del centro di Napoli, in particolare tra il Cavone e la Sanità, ha parlato il pentito Salvatore Giuliano nell’interrogatorio del 28 settembre 2021. «I motivi risalgono ad antichi contrasti mai risolti», ha messo a verbale “’o russ” facendo luce su una serie di sparatorie fino ad allora apparse poco decifrabili proprio perché non c’era, come nemmeno attualmente c’è, una guerra tra clan in corso. Inoltre il racconto del collaboratore di giustizia fa emergere la figura di Salvatore Cianciulli “Masaniello” quale «indiscusso reggente dei Lepre». Naturalmente il nipote di “Lovegino” nell’analisi si ferma al periodo in cui era libero, fino al 15 maggio dell’anno scorso. Va precisato, come sempre, che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. «Nel mio ruolo di paciere tra i due gruppi (la Sanità con Savarese “’o mellone” e il Cavone con Cianciulli “Masaniello”), che ho cicoprto fino al mio arresto, ricordo che ci fu uno scontro avvenuto in seguito al pestaggio da parte di quelli della Sanità di un nipote dei Lepre, forse un nipote di “Masaniello”, un ragazzo giovanissimo che fu pocchiato in via Salvator Rosa. Contestualmente al pestaggio quelli della Sanità spararono anche dei colpi d’arma da fuoco. Nella stessa serata, poco dopo, avvenne la risposta da parte dei Lepre e in particolare da Francesco Lepre, figlio di “’o sceriffo”, e di Giuseppe Lepre, figlio di Luigi, i quali fecero fuoco nella parte alta della Sanità, verso Materdei e non al centro della Sanità. Questi fatti li ho appresi immediatamente la notte in cui si verificarono, da Genny De Marino e poi anche nel corso della riunione avvenuta il giorno dopo a Forcella per un chiarimento. La riunione si svolse in un appartamento di una donna completamente estranea ai clan malavitosi che abita in via Sant’Agostino alla Zecca, alla quale io stesso chiesi di mettercelo a disposizione». Per siglare la pace tra “Mellone” e “Masaniello”, secondo Salvatore Giuliano junior fu necessario un summit a pranzo ma l’esito non fu risolutivo. «Alla riunione presso il ristorante... avrebbero dovuto partecipare i Lepre del Cavone, che invece non si presentarono perché non volevano incontrare quelli della Sanità. Questi ultimi c’erano, così come esponenti dei Mazzarella e dei Giuliano, dei gruppi del rione San Gaetano, di Oronzio Costa e dei Caldarelli. Sin dall’organizzazione della riunione era evidente che Eduardo Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli avrebbe presenziato in rappresentanza del Cavone. Parteciparono pure Masiello figlio detto “’o cucù” e altri appartenenti alla paranza dei Quartieri Spagnoli. Quando parlo di ciò intendo riferirmi a un gruppo composto dai Saltalamacchia, dai Masiello, dai “Fraulella” di cui ricordo solo il nome del rappresentante, Davide, dai Mariano con Ciro “’o picuozzo” e ancora da Antonio Esposito detto “’o pallino”. Si tratta apparentemente di un unico clan, nel senso che sono uniti ma ognuno ha una propria autonomia».

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