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Clan Lepre, tegola sui due ras

Clan Lepre, tegola sui due ras

NAPOLI. Non solo le dichiarazioni della vittima del racket, ma anche i riconoscimenti fotografici e le immagini della videosorveglianza pubblica di piazza Mazzini e di una telecamera privata. Così ieri mattina il gip ha convalidato il fermo della Dda a carico di Salvatore Cianciulli e Gianluca Testa “’o fagian”, ultimi due indagati ancora in libertà sui cinque complessivi per l’inchiesta su una serie di estorsioni al titolare di un’agenzia di scommesse del Cavone e al gestore di un bar. Sulla vicenda (ferma restando la presunzione d’innocenza di tutti fino all’eventuale condanna definitiva) ci sarebbe la longa manus del clan Lepre, il cui reggente da alcuni anni è ritenuto “Masaniello”, cognato del defunto boss Ciro “’o sceriffo”. Il provvedimento restrittivo disposto dal pm Urbano Mozzillo è stato eseguito dai poliziotti della Squadra mobile della questura e del commissariato Dante alle 12 e 50 di lunedì scorso. Ieri si è svolta l’udienza di convalida a carico di Salvatore Cianciulli e Gianluca Testa, difesi dagli avvocati Giuseppe De Gregorio e Leopoldo Perone. Il gip Leda Rossetti ha ritenuto sufficienti gli indizi raccolti dalla procura sulla base delle indagini della polizia e concreto il pericolo di fuga, convalidando il fermo ed emettendo contestuale ordinanza di custodia cautelare.

“Masaniello” e “o’ fagian” erano spariti dalla circolazione già la sera stessa della denuncia formalizzata in questura dal titolare dell’agenzia di scommesse, non tornando alle rispettive abitazioni neppure nei giorni successivi. Con loro sono indagati (al momento tutti in carcere) Salvatore Festa detto “o’ kikk”, Emanuele Testa “o’ figl do fagian” e Francesco Lepre, assistiti dai penalisti Claudio Davino, Riccardo Ferone e Carla Maruzzelli. A essere fermato per primo è stato “’o figl do sceriffo” il 1 giugno scorso, poi si sono consegnati in questura Testa junior e Festa. Secondo gli inquirenti il clan Lepre sarebbe retto da Cianciulli da quando il cognato Ciro Lepre fu arrestato. “Masaniello” da settembre 2020 poté contare nuovamente anche su Salvatore Festa (scarcerato dalla Sorveglianza grazie alla strategia difensiva dell’avvocato Luca Mottola), accolto al Cavone con petardi e fuochi d’artificio. Del gruppo farebbero parte anche alcuni giovani della seconda generazione dei Lepre e tranne mutamenti degli ultimi tempi, resterebbe saldo il buon rapporto con i Saltalamacchia.

Tant’è vero che gli investigatori hanno saputo di un summit tra ras dei due gruppi in Fondaco San Potito cui avrebbero partecipato Salvatore Cianciulli, Vincenzo Masiello “Cucù” ed Eduardo Saltalamacchia. Agli atti dell’indagine brillantemente condotta dalla Mobile c’è anche un episodio raccontato dalla vittima del pizzo da 30mila euro non versato. «Andavo alla festa di compleanno di mia nipote e per l’occasione avevo al polso un Rolex “Daytona”. Incrociai Gianluca Testa che mi disse “toglilo quell’orologio, manco i guappi ce l’hanno”». A Pasqua scorsa gli arrivò a sorpresa la richiesta di una tangente molto maggiorata, considerato che l’imprenditore pagava dal 2010 circa 4.500 euro all’anno in tre rate.

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