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Interrogato, torturato e ucciso in tre ore

Interrogato, torturato e ucciso in tre ore

L’OMICIDIO DI PIANURA I tre spari sul volto di Andrea Covelli forse per depistare. Due pregiudicati fermati e rilasciati, altri due spariti dal rione

NAPOLI. Due pregiudicati fermati e rilasciati, altrettanti spariti dalla circolazione, alcuni dei quali riconducibili al gruppo Esposito-Marsicano-Calone di Pianura su cui si sta appuntando l’attenzione degli investigatori per risalire agli assassini di Andrea Covelli. La pista più seguita conduce a una vendetta trasversale per le frequentazioni trascorse del fratello Antonio, accostato in passato ai Carillo-Perfetto ma da qualche tempo uscito dal giro malavitoso, oppure per l’amicizia con personaggi di camorra del suo rione. Ma con il passare delle ore starebbe emergendo un’altra ipotesi inquietante: il 27enne di via Torricelli a Pianura conosceva persone per bene e gente di strada e i sequestratori probabilmente volevano da lui informazioni su qualcuno che non sono riusciti a ottenere. Così, sarebbe scattato un pestaggio conclusosi con la morte del giovane e il maldestro tentativo di occultamento di cadavere: mezzo seppellito, con gli arti che fuoriuscivano dal terreno. Andrea Covelli sarebbe stato interrogato, torturato e ucciso nell’arco di 2 o 3 ore al massimo: tra le 2 e 30 e le 4 e 30 di mercoledì scorso (29 giugno). Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, familiari e amici già chiedevano di riaverlo “vivo o morto”. Ma se la dinamica dell’omicidio si avvia a essere ricostruita con precisione, non è ancora chiaro il perché dell’orribile fine del 27enne operaio in un autolavaggio nonché parcheggiatore abusivo nel tempo libero. Non era legato al clan che ha la base proprio nella strada in cui abita, i Carillo-Perfetto, ma conosceva tutti. E così nel gruppo nemico avrebbero deciso di rapirlo per carpirgli notizie utili a organizzare un agguato. È escluso che i malviventi siano entrati in azione già con l’intenzione di ammazzarlo: l’avrebbero fatto, magari quella stessa notte, sparandogli contro. Invece lo volevano vivo per interrogarlo. Sul cadavere, in notevole stato di decomposizione, c’erano segni di violenza e di bruciatura, forse per un tentativo di incendiare il corpo, 3 ferite al volto compatibili con colpi d’arma da fuoco, grumi di sangue e lividi. Ma solo l’autopsia stabilirà la causa precisa della morte. C’è infatti anche il dubbio che gli assassini, 2 o 3 al massimo che si sono mossi in auto, per depistare le indagini gli abbiano sparato quando già Andrea non respirava. A indicare il luogo in cui c’era il corpo è stata una telefonata anonima al commissariato Pianura: “nella zona di via Pignatiello, verso i Camaldoli, non lontano da via Padula”. Proprio da quelle parti erano già cominciati da giovedì perquisizioni e controlli durante i quali 2 presunti affiliati al gruppo Esposito-Marsicano-Calone sono stati sentiti negli uffici della Squadra mobile della questura, i cui alibi per la notte di mercoledì sono al vaglio degli investigatori. Le indagini sono coordinate dalla procura antimafia fin dall’inizio: per le modalità del sequestro non poteva che esserci la matrice camorristica. È stato anche sentito il proprietario della cornetteria di Soccavo, in via Epomeo, dove si era recato Covelli intorno alle 2. Ma nulla di utile sarebbe emerso.

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